Androni-Sidermec, Davide Gabburo spiega l’addio: “Il progetto Bardiani mi è piaciuto subito, spero di avere un ruolo importante”

Davide Gabburo è pronto per una nuova avventura. Il 27enne cambierà divisa per la terza volta in tre anni, da quando nel 2019 è passato professionista con la Vini Zabù, per poi passare quest’anno all’Androni Giocattoli-Sidermec e firmare per il 2021 con la Bardiani-CSF. Quest’ultimo progetto sembra il più convincente per il corridore, che ha uno spunto veloce nel finale ma sa tenere anche su brevi salite. Settimo al Laigueglia di quest’anno, a casa Reverberi potrebbe avere maggiore spazio e, forse, fare il proprio debutto in un Grand Tour, dopo che in questo 2020 ha corso la sua prima monumento, il Lombardia. La redazione di SpazioCiclismo lo ha contattato per un’intervista esclusiva, andata in onda nella puntata settimanale di SpazioTalk.

Che giudizio dai di questa stagione?

È stata veramente una stagione complicata. È partita bene, ho fatto il mio debutto al Laigueglia, dove son partito bene con un buon piazzamento nella top ten. Poi sono volato in Rwanda, già da lì le cose si sono complicate con il virus. Da lì in poi è stata una stagione un po’ difficile, per tutti. La quarantena ha fatto bene ad alcuni, per altri è stato difficile ripartire. La stagione è stata complicata, anche dopo la quarantena. Non ho corso tantissimo, ma ritengo di poter essere soddisfatto.

Hai scelto di cambiare ancora formazione, andando in Bardiani. Come mai?

Il progetto Bardiani mi è piaciuto subito. Hanno fatto un grande cambiamento di squadra, con tanti atleti nuovi. Sicuramente si sono portati a un ottimo livello, hanno preso nomi importanti.

Pensi di poter avere un ruolo importante in squadra?

Spero di averlo. Logicamente avere due nomi come Battaglin e Visconti in squadra serve, portano esperienza in squadra. Speriamo che vada tutto bene, io sono sempre al servizio della squadra. Quando avrò la possibilità mi metterò in mostra, ma con tranquillità. Si lavora sodo da subito e i risultati arriveranno.

Con questo passaggio giri tutte le Continental Professional italiane. Che diversità vedi nei tre progetti? Qual è il più adatto a te?

In questi due anni nelle Professional mi sono sempre trovato bene. Quest’anno, guardando la Bardiani, ha fatto molte più gare anche dopo il lockdown, erano in giri per tutto il mondo nonostante il problema del Covid. Mi sembra una realtà che fa correre tanto i ragazzi, che è quello che serve a me ed è mancato in questi anni.

La mancata convocazione al Giro ha influito nella tua scelta di cambiare squadra?

Logicamente mi bruciava un po’ questa scelta. Io sono venuto fuori bene dalla Tirreno-Adriatico, quindi mi sarebbe piaciuto fare il mio primo Giro d’Italia. La decisione però non è stata influenzata dalla scelta per il Giro, che quest’anno era particolare, a ottobre, con temperature non da Giro.

Per l’anno prossimo però il Giro può essere un obiettivo.

Sicuramente sarebbe una bella vetrina e bisognerà farsi trovare pronti. Lo spero, anche per fare una bella presenza. Ma non mi fossilizzo su questo, qualsiasi risultato verrà prima è ben accetto.

Hai già qualche idea sul tuo programma corse?

Ad ora non è ancora stato fatto un calendario. Bisognerà vedere come sarà anche con gli inviti, sono saltate già alcune gare nel 2021. Senza il Down Under, le World Tour guarderanno con più interesse a San Juan e Valenciana. Bisognerà vedere gli inviti.

Alcune Continental Professional si stanno rinforzando molto, come la Gazprom che ha ingaggiato Zakarin e Kreuziger. Può essere una rivale scomoda per l’invito al Giro? O siete convinti che le tre italiane avranno ancora spazio?

Sicuramente la Gazprom è una squadra di grande livello. Non so se avranno come obiettivo l’invito al Giro, comunque hanno la squadra per andarci, ed è forte. Poi non so se Rcs guarderà di avere una squadra italiana o più straniere. Ogni anno gli inviti sono un’incognita. Per ora speriamo ovviamente, non possiamo fare altro.

Come organizzate la vostra off-season in un anno così particolare?

Io con la preparazione del Giro poi avevo fatto il ritiro, poi sono tornato a casa e ho fatto qualche allenamento per non fermarmi all’improvviso. Ho continuato ad andare in bici fino alla fine del Giro d’Italia, poi lo stacco ci voleva e ho fatto tre settimane senza bici, senza andare chissà dove. Quest’anno non si poteva andare al mare e sono stato a casa. Poi però ho già iniziato con la classica preparazione invernale, con palestra, corpo libero e tanta mountain bike, che mi diverte.

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