UCI, soddisfazione per i risultati del protocollo sanitario anti-coronavirus: “È stato un elemento chiave per la ripresa delle corse”

A conclusione della stagione ciclistica su strada, l’UCI tira le somme riguardo alle misure prese per fronteggiare il coronavirus. Durante il lockdown, il massimo organismo del ciclismo mondiale aveva studiato un protocollo sanitario per poter permettere alle corse di svolgersi in sicurezza, protocollo che prevedeva la creazione della cosiddetta “bolla” e l’effettuazione di tamponi molecolari ai corridori e a tutto il personale coinvolto. Come riporta la stessa Unione Ciclistica Internazionale, dei 13.850 test effettuati nelle gare WorldTour (maschili e femminili), solo 54 sono risultati positivi, lo 0,34% (e solo lo 0,17% riguardava gli atleti), mentre in totale, per quanto riguarda tutte le discipline, ci sono stati 63 casi positivi (di cui 29 atleti) su 18.650 tamponi molecolari effettuati durante 29 eventi femminili e 94 eventi maschili.

Molto soddisfatto di questi risultati il direttore medico dell’UCI, Xavier Bigard: “Il protocollo sanitario è stato un elemento chiave per la ripresa del Calendario Internazionale UCI, in particolare per il ciclismo su strada. Il suo principio (la bolla) e i test effettuati (con i tamponi molecolari) hanno dimostrato il loro valore. Corridori, squadre e organizzatori dovrebbero essere elogiati per la loro coscienziosità e il loro impegno“.

“Da agosto a novembre – ha proseguito Bigard – hanno rispettato misure estremamente severe senza le quali non sarebbe stato possibile ottenere il permesso delle autorità competenti per organizzare gare ciclistiche nell’attuale situazione sanitaria mondiale. Vorrei anche ringraziare di cuore tutti i medici dei team per la loro piena collaborazione, senza i quali la stagione 2020 non sarebbe stata un grande successo. Infine, rendo omaggio allo spirito di unità e responsabilità di tutti coloro che, dalla stesura del protocollo alla sua attuazione, hanno permesso al nostro sport di esistere nonostante la pandemia“.

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