Johan Bruyneel: “Non guarderò la serie su Armstrong, so già cos’è successo. Non avrebbero dovuto sospendermi a vita”

Johan Bruyneel torna a parlare di Lance Armstrong. Stavolta per un tema di estrema attualità. L’ex ciclista e direttore sportivo belga avrà per sempre il proprio nome collegato a quello della stella statunitense, vincitore dei sette Tour de France poi revocati per doping proprio ai tempi della US Postal Service (poi diventata Discovery Channel). La squalifica a vita che ha colpito entrambi una volta uscito il più grande scandalo di doping della storia del ciclismo ne lega inevitabilmente il nome con un filo indissolubile, tanto che è impossibile parlare del classe ’64 senza fare riferimento ai successi sportivi del più giovane americano. Ancora una volta, infatti, le loro vicende tornano a intrecciarsi.

In un’intervista concessa a HLN, l’ex ds ha parlato della serie TV Lance, prodotta da ESPN, in cui l’ex campione racconta il suo rapporto con le sostanze dopanti e rivela una volta di più la sua verità: “Non la guarderò. So già cos’è successo. E in più, non ho voglia di ascoltare musicisti come Jonathan Vaughters, Tyler Hamilton e Betsy Andreu di nuovo. Non ho mai visto un documentario o un film su Armstrong, in ogni caso. È già stato detto o scritto così tanto che ormai ognuno può avere la propria opinione”.

Bruyneel ha poi rivelato di essersi ormai fatto una ragione di quanto è accaduto, non nascondendo del rammarico per la sanzione che gli è stata inflitta: “Ho accettato ciò che è successo. Mi prendo la responsabilità e me ne pento. Ma non avrei mai dovuto essere sospeso a vita. È stata una lezione di vita importante. Ora sono una persona diversa, più vecchia di 20 anni e più saggia di 20 anni”. Recriminazioni che, oggi come sempre, lasciano il tempo che trovano per uno dei personaggi più controversi della storia del ciclismo, i cui effetti nella storia dello sport sono stati pesanti.

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