CDM CX, Mathieu van der Poel: “Oggi è stata una battaglia dura, ho dovuto superare il mio limite per vincere”

Mathieu van der Poel si è aggiudicato una corsa spettacolare a Namur valida per la Coppa del Mondo di Ciclocross 2020/21. Il campione del mondo della specialità è riuscito, al termine di una gara davvero emozionante, ad imporsi nei confronti del suo storico rivale Wout Van Aert e del giovane britannico Tom Pidcock, che lo hanno costretto ad una estenuante battaglia vinta per pochi secondi. La gara odierna ha infatti offerto lo spettacolo che tutti aspettavano, con il duello tra i migliori interpreti del panorama internazionale del ciclocross che hanno dato vita ad una sfida spettacolare vinta dal corridore neerlandese.

Oggi è stata una battaglia davvero dura, ho dovuto spingermi oltre il limite per vincere – ha spiegato nell’intervista post-corsa un esausto Van der Poel – Ho fatto una buona partenza dalla seconda fila, ma in cima alla pista ho perso il pedale e ho dovuto proseguire a piedi. Non ho mai avuto la sensazione di averne di più, sono stato al limite per un’ora. Sono quasi caduto un paio di volte, proprio perché ero davvero al limite. Ero abbastanza distrutto e oggi ho preso davvero molti rischi”.

Il neerlandese ha parlato anche del forcing di Van Aert che ha permesso ai due di rientrare su Pidcock che stava guidando la corsa: “Non è stata certo una decisione tattica lasciare che Wout colmasse il gap su Pidcock, non ne avevo più e non sarei riuscito a chiudere il divario da solo. Wout e io abbiamo dovuto mantenere il nostro ritmo per tornare sotto. Comunque, non credo che Pidcock abbia giocato le sue carte troppo presto, ha fatto la corsa a modo suo e ha fatto bene. Se sei in grado di staccare gli altri, su questo tipo di percorsi fai bene a farlo”.

Infine, le sue considerazione sui Mondiali, in programma a fine gennaio, a Ostende: “Se noi tre siamo favoriti per i Mondiali? Ostende è un percorso completamente diverso e manca ancora tra un po’ di tempo. Al momento noi tre siamo i migliori, credo, ma questo non è certo una garanzia per il successo ai Mondiali“.

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