UCI, Lappartient: “Dobbiamo creare una nuova riforma del ciclismo e non discutere solo di alcuni punti”

David Lappartient vuole cambiare e rendere più moderno il ciclismo. Fin dalla sua elezione ai vertici dell’UCI il francese ha spiegato di voler cambiare alcuni aspetti del ciclismo, proponendo varie iniziative, fino ad arrivare ieri all’idea di stabilire un budget massimo a disposizione di ogni squadra. Prima di individuare gli aspetti da cambiare, il presidente dell’UCI però ha voluto analizzare a Cyclingnews i cambiamenti che sono avvenuti in questi anni: “Il WorldTour o il vecchio ProTour secondo me è stato creato con l’idea di creare uno sport mondiale visto che prima era concentrato soprattutto in Europa. Credo sia una cosa positiva rendere il ciclismo uno sport mondiale e ora abbiamo squadre e organizzatori più forti, così come lo stipendio dei corridori è più alto. Quindi il ciclismo è più diffuso rispetto al passato, ma penso che il modello economico del nostro sport non sia ancora forte“.

L’idea dell’ex presidente della UEC è di proporre delle modifiche che siano condivise da tutti: “Dobbiamo creare una nuova riforma del ciclismo e non discutere solo su alcuni punti. Dobbiamo discutere di quelli che sono i problemi, di come risolverli ed infine di come mettere in pratica queste possibili soluzioni. Spesso si affronta il problema in maniera sbagliata perché parliamo ad esempio del calendario senza affrontare gli altri punti“. “La cosa difficile è che spesso le varie parti che devono decidere non sono unite – aggiunge Lappartient – Se vogliamo creare un ciclismo più forte bisogna che tutte le parti coinvolte possano condividere. Voglio mettere tutti intorno ad un tavolo e ritengo che l’UCI sia l’unico organismo in grado di farlo“.

Fra gli obiettivi che si è posto il presidente UCI c’è anche una maggiore copertura televisiva, con tutte le corse WorldTour che devono andare in diretta. Fra gli obiettivi vi è ovviamente anche quello di una modifica del calendario: “Il calendario va riorganizzato. Una parte del calendario è legato alle corse storiche ed una parte è dato dalle nuove corse. Tutti provano a trovare il loro ruolo all’interno del calendario, ma non c’è una vera e propria struttura. Nel tennis, per esempio, non troverai mai Wimbledon e Rolland Garros insieme. Nel ciclismo invece ci sono magari tre corse WorldTour nello stesso periodo e questo è un problema”.

Una dei grandi temi al riguardo è la durata dei grandi giri, con la proposta di riduzione a due settimane che è stata più volte nominata negli ultimi tempi, con pareri sempre molto contrastanti fra loro. “Abbiamo sempre più corse nel calendario ed i Grandi Giri occupano 69 giorni sul calendario – insiste sull’argomento Lappartient – Sono tanti e quindi è difficile. Il Tour de France è il Tour, ma per il Giro d’Italia e la Vuelta a España perché non possiamo discutere con gli organizzatori di una loro possibile riduzione?“.

Il presidente dell’UCI vorrebbe quindi ridurre Giro e Vuelta, ma ad una condizione: “Non voglio forzare nessuno in una direzione specifica. La riduzione della durata dei Grandi Giri potrebbe esser un modo per avere i migliori corridori al mondo al via di tutte le grandi corse. Solo riducendo la durata di alcune corse a tappe, in accordo con gli organizzatori, si potrebbero avere i migliori al via di due o tre Grandi Giri e questo potrebbe esser positivo per gli affari. È qualcosa di cui voglio parlare con gli organizzatori, non voglio forzarli e non voglio influenzare i loro diritti”.

Da questo discorso sarebbe dunque tuttavia escluso il Tour de France, visto il livello raggiunto dalla Grande Boucle: “Il Tour è probabilmente l’unico evento ciclistico realmente su scala mondiale e può esser visto in tutti i paesi. Quindi ridurre la corsa e ridurre l’opportunità per gli sponsor di esser visti in diretta in tutto il mondo non è buona idea”.

Un commento

  1. Questo è fuori di testa,mi chiedo come abbiano fatto a eleggerlo presidente dell’uci?
    Il Tour non si tocca!(perché è francese) giro e Vuelta una settimana in meno.
    In Italia il ciclismo è seguito,come si deve,solo 3 settimane l’anno, questo qui li vuole ridurre a 2 . .
    Intanto ha già ridotto il numero di ciclisti ingagggiati, col fatto di ridurre le gare da 200 a 170 ,quindi è come se ci fosse una squadra in meno nel Word Tour. Invece di incentivare il ciclismo lo affossa

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