Sky, l’ex medico Freeman: “Preparatori e allenatori sapevano dell’uso di Triamcinolone”

Nuova svolta nell’indagine parlamentare che vede coinvolta la Sky. L’ex medico della squadra britannica Richard Freeman ha infatti spiegato come i dirigenti ed i preparatori sapevano dell’uso di Triamcinolone, contraddicendo dunque quanto era stato sinora esposto in parlamento alla Commissione Cultura, Media e Sport che si sta occupando della vicenda. Freeman, che aveva saltato l’udienza dello scorso marzo per motivi di salute, ha risposto in una lettera di nove pagine alle varie domande dei parlamentari britannici, anche riguardo il misterioso pacchetto consegnato alla squadra nel corso del Giro del Delfinato 2011. In quel caso si trattava, conferma Freeman, di Fluimucil, come già detto anche da Dave Brailsford.

Riguardo l’utilizzo del triamcinolone, spesso somministrato e conosciuto come Kenacort, il medicinale più utilizzato,  l’ex medico della formazione britannica non entra nei dettagli del singolo caso nel quale ammette l’utilizzo del medicinale, citando il segreto professionale tra medico/paziente. Tuttavia, smentendo quanto precedentemente detto alla Commissione da Shane Sutton, rivela che “allenatori ed i preparatori erano coinvolti in questa decisione“. “L’eticità di utilizzare questo trattamento fu discussa – continua – Nessun dubbio mi è stato sollevato riguardo questo trattamento“. Precisando come “l’utilizzo di triamcinolone sia molto raro in queste squadre”, precisa di aver personalmente somministrato la sostanza ad un solo corridore tra Team Sky e British Cycling, aggiungendo che “negli ultimi sette anni sono a conoscenza solamente di una manciata di corridori di entrambe le squadre che hanno avuto bisogno di iniezioni di triamcinolone”. Nessuno di questi avrebbe avuto inoltre bisogno di una TUE.

Secondo quanto riporta il Daily Mail, Damian Collin, presidente della commissione, vuole ora fare ulteriori domande a Freeman riguardo il processo decisionale e le responsabilità nella somministrazione della sostanza. Dubbi in particolare riguardo le affermazioni di Shane Sutton, che ha negato di essere a conoscenza del trattamento, ma anche riguardo le reali condizioni di Wiggins, nonché riguardo un sistema di documentazione alquanto fallace, il cui protocollo avrebbe dunque fatto quantomeno cilecca, non essendo stato rispettato dallo stesso medico.

Nel documento di nove pagine che ha trasmesso alla Commissione, Freeman ammette alcune mancanze nel sistema precedente della squadra, che avrebbe tuttavia fatto grandi miglioramenti riguardo la tracciabilità della gestione medica. Molta della documentazione risalente al 2011 si sarebbe infatti persa quando il suo computer personale gli fu rubato, nell’estate del 2014. Una documentazione che non era stata caricata nelle cartelle condivise su Dropbox dalla squadra perché il medico lo trovava “di difficile utilizzo, avendo inoltre delle perplessità riguardo la sua sicurezza, affidandosi maggiormente ad un proprio sistema di appunti”.

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