Pagelle Milano-Sanremo 2018: Nibali da lode, ma gli altri attaccanti son mancati… I giovani velocisti intanto crescono

Vincenzo Nibali (Bahrain-Merida), 10 e lode: Difficile non lasciarsi andare in iperbolici panegirici per quanto fatto oggi dal siciliano. Una vittoria perfetta che regala un altro fantastico tassello alla già straordinaria carriera di un corridore che si impone meritatamente tra i massimi esponenti del ciclismo, non solo della sua generazione. Il palmares del siciliano fa invidia per qualità e quantità anche ad altri grandissimi, non solo del presente.

Caleb Ewan (Mitchelton-Scott), 9,5: Alla seconda partecipazione, domina in maniera impressionante la volata finale conquistando un secondo posto amaro, perché senza il siciliano sarebbe stato probabilmente vincitore, ma che comunque ne conferma il grande talento, al di là delle sole volate. Il futuro è suo, il presente quasi.

Arnaud Démare (Groupama-FDJ), 9: Vincitore due anni fa con polemiche che ancora non si sono del tutto placate, corre l’intera giornata da grande favorito, assumendosi pienamente il titolo di ex vincitore. La sua squadra lo assiste nel modo migliore, forse mancando di freschezza per inseguire Nibali, ma il corridore piccardo si conferma ai massimi livelli con un bel terzo posto, che ribadisce come questa corsa è chiaramente nelle sue corde.

Alexander Kristoff (UAE Team Emirates), 8,5: È arrivato praticamente senza che nessuno pensasse potesse combinare qualcosa visti i problemi recenti di salute, invece conferma che questa corsa è perfetta per lui, capace di stringere i denti e di lottare con tenacia prima di poter far esplodere la sua potenza in volata.

Sonny Colbrelli (Bahrain-Merida), 8: Era il capitano della squadra, ma quando il compagno parte e fa la differenza si mette a lavorare per coprirlo. Gran lavoro sporco che chiaramente lo affatica in vista della volata finale, che comunque lo vede ancora una volta piazzato. Prima o poi questa corsa potrà essere sua.

 

Mirco Maestri (Bardiani-CSF) e Matteo Bono (UAE Team Emirates), 8: Ancora una volta si fanno trovare pronti per centrare la fuga di giornata. Per il corridore del #greenteam si tratta della terza edizione consecutiva, mentre per l’esperto connazionale è la quarta azione in cinque partecipazioni. Anche quest’anno sono ripresi, ma si confermano fra i più tosti, resistendo all’attacco praticamente per 260 chilometri. Quasi qualsiasi altra corsa l’avrebbero vinta…

Krists Neilands (Israel Cycling Academy), 7,5: Nell’immobilismo dei big, è lo scatto del campione lettone a fare la differenza. 23° al traguardo, è lui a muoversi sul Poggio, aprendo allo scatto di Nibali. Non riesce a seguirlo, ma non si arrende e conquista comunque un discreto piazzamento per un corridore che per la prima volta correva una grande classica.

Jurgen Roelandts (BMC), 7,5: Non era l’uomo di riferimento del suo team, ma ancora una volta conferma di poter essere più di un gregario. Un buon piazzamento finale per un corridore che più volte ha mostrato di avere grandi qualità per giocarsela nei grandi appuntamenti.

Magnus Cort Nielsen (Astana), 7: In una squadra a più punte, il danese trova un buon piazzamento, che ne conferma il potenziale anche in una corsa così dura e lunga. Alla prima partecipazione, lo scorso anno, chiuse 11°, ora 8°. I miglioramenti ci sono: il futuro è dalla sua parte.

Matteo Trentin (Mitchelton-Scott), 7: Gli manca davvero un soffio per andare a riprendere Nibali e poi giocarsi, probabilmente con successo, la vittoria in volata. Purtroppo per lui, non riesce a rientrare, ma ha il grande merito di essere l’unico a provarci veramente.

Peter Sagan (Bora-hansgrohe), 6,5: Sempre nelle primissime posizioni, nel finale non sembra avere la giusta cattiveria per poter fare la differenza. Quando parte Nibali esita e quando si muovono gli altri non ha la giusta convinzione per muoversi, forse scottato da quanto successo lo scorso anno. D’altro canto, bisogna anche sottolineare che nutre profonda e sincera ammirazione per Nibali e non è la prima volta che decide di non andargli contro. Come sempre Daniel Oss (7,5) si rivela presenza di grande valore al suo fianco, così come ancora una volta Juraj Sagan (8) dimostra di valere più di un “fratello di”.

Michael Matthews (Sunweb), 6,5: Arrivato con una preparazione precaria per problemi di salute, l’australiano comunque si fa trovare pronto, cercando di giocarsela a viso aperto nel finale. Vista la situazione, ci prova anche in prima persona, senza riuscire a fare la differenza. Almeno ci prova.

Christophe Laporte (Cofidis), 6: Era uno degli outsider più quotati e fa il suo, faticando in una corsa dura, nella quale comunque non esita a correre davanti. Chiude a ridosso dei dieci, non un grande risultato, ma è un buon piazzamento che ne conferma le qualità

Michal Kwiatkowski (SKY), 5,5: Dopo il trionfo alla Tirreno era uno degli uomini più in forma, ma soffre la grande marcatura nei suoi confronti. Sbaglia nella scelta dei tempi, non seguendo Nibali, e da quel momento per lui più niente da fare. Perso l’attimo, deve accontentarsi di un piazzamento. In generale, è la squadra a non brillare con Gianni Moscon (5,5) anche lui meno pimpante del solito, con l’unica eccezione di uno strepitoso Luke Rowe (8), che si fa praticamente tutta la corsa in testa al gruppo. E pensare che avrebbe dovuto saltare tutta la stagione.

Greg Van Avermaet (BMC), 5,5: Nel momento in cui bisognava fare la differenza si guarda attorno, aspettando le mosse degli altri. Segue i movimenti dei rivali, ma non ci prova in prima persona. La condizione non era così male in fin dei conti, gli è dunque mancata sostanzialmente la condizione. Occasione sprecata.

Elia Viviani (Quick-Step FLoors), 5,5: Chiude la volata lontanissimo dai primi, ma ha il merito di correre per vincere. Dopo il grande lavoro di un prima troppo remissivo Julian Alaphilippe (5) e del solito validissimo Max Richeze (7), il veronese parte lunghissimo nella sua disperata rincorsa a Nibali, dovendo così lasciare il passo agli avversari. Avrebbe sicuramente ottenuto di più, con un piazzamento se avesse aspettato, ma di sicuro non avrebbe vinto.

Tony Gallopin (Ag2r La Mondiale), 5,5: Ci si aspettava sicuramente qualcosa in più dal francese, che invece non si vede praticamente mai davanti, malgrado la sua unica possibilità di farcela sarebbe stata fare una corsa d’attacco. Chiude 26°, con i primi, ma senza che lo si veda mai.

Marcel Kittel (Katusha-Alpecin), 4,5: Malgrado una ottima condizione evidenziata con due successi alla Tirreno-Adriatico, il tedesco mostra ancora una volta i suoi limiti in salita. Sopravvive a fatica sul Capo Berta, ma sulla Cipressa non ha alcuna possibilità e deve lasciar andare il gruppo. Aveva detto di essere venuto per imparare, purtroppo per lui, alla sua età, forse è tardi.

Mark Cavendish (Dimension Data), sv: Ancora una grandissima sfortuna per il britannico che finisce malamente a terra dopo un violento scontro con uno spartitraffico.

Philippe Gilbert (Quick-Step Floors), sv: Finito a terra nel capitombolo generale che segue alla caduta di CAvendish, a quel punto non ha più alcuna possibilità.

André Greipel (Lotto Soudal), sv: Tantissimi rimpianti per il tedesco che corre sempre nelle prime posizioni, finendo poi a terra nella discesa del Poggio, dovendo rinunciare a qualsiasi ambizione.

Filippo Pozzato (Wilier-Selle Italia), sv: Ha la sfortuna di restare ostacolato dalla caduta di Cavendish, perdendo così posizioni preziose. Non riesce più a rimontare e chiuderà lontano dai primi.

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