“Ciao capitano”, Cassani saluta Scarponi

Il toccante discorso di Davide Cassani alla cerimonia funebre di Michele Scarponi.

“Ciao Capitano, siamo in uno stadio che è diventata grande chiesa, era l’unico posto in cui ci stavamo tutti quanti, sembra quasi piccolo. Ieri sono venuto a trovarti e ho visto la maglia di Campione Italiano del 1997…Quando sei diventato professionista hai vinto una corsa e poi ti sei messo a disposizione di Cipollini, eppure eri in grado di vincere. Hai vinto tante belle corse. Ricordo nel 2011 la tua caduta alla Milano-Sanremo, con una rimonta incredibile sei arrivato sesto. Hai vinto un Giro, anche se non lo sentivi tuo perché il premio non te l’avevano dato subito. Però la maglia rosa te l’hanno data e l’anno dopo l’hai indossata… Sei sempre stato un capitano dentro e con Nibali hai avuto tante sfide, eravate così rivali che sei diventato il suo gregario, ruolo che la gente non sa quanto sia difficile. La cosa incredibile però è che sei morto da Capitano come lo sei sempre stato.

Quando Nibali ha vinto il Giro c’era la tua firma, l’hai aspettato dopo essere transitato primo sul colle dell’Agnello e Valverde non ha vinto per colpa tua. Valverde l’altro giorno ha vinto la Liegi-Bastogne-Liegi e appena ha vinto ha pensato a te e ha pianto perché gli mancavi e manchi a tutti quanti…

Oggi qui c’è anche Peter Sagan, che è campione del mondo, ed è qui non come campione del mondo, ma perché è tuo amico e piange come tutti. Io non ti ho mai dato la maglia azzurra, te l’avevano data Ballerini e Bettini, ma ne avevamo parlato e ti ho tenuto in considerazione, ti avevo chiesto di dirmi quando ti sentivi pronto, ma ultimamente non lo eri e non ti sentivi in grado di dare una mano alla squadra.

Venerdì ci siamo parlati, mi hai chiesto: “Cassa, per quanti anni devo correre ancora?” E io ti ho risposto: “L’anno prossimo ai Mondiali di Innsbruck, ho bisogno di uno come te…” tu hai riso ed era un sì. Io ti saluto a nome del gruppo, abbiamo perso il miglior uomo della nostra famiglia: tu avevi sempre il sorriso e riuscivi sempre a sdrammatizzare.

Sei e resterai sempre il nostro Capitano e io ti porto la Maglia Azzurra, che non è un regalo, ma un riconoscimento per tutto quello che hai fatto. Tu ai Mondiali sarai uno dei nostri.

Ieri mi ha chiamato Eddy Merckx per fare le condoglianze a noi e alla tua famiglia: tu non hai vinto quanto lui, ma per come lavoravi e per la tua serietà sei stato esattamente come lui.”

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