Caso Moscon-Reichenbach, Gaffurini testimonia in favore dell’Italiano

Anche Gianni Moscon porta le sue testimonianze all’UCI. Dopo che il caso è stato rilanciato nei giorni scorsi da Sebastien Reichenbach, che ha ribadito anche la sua denuncia alla giustizia civile, il corridore del Team Sky ha, a sua volta, preparato un dossier difensivo della sua tesi. Secondo quanto riporta la Gazzetta dello Sport, tra gli elementi chiave di questo documento, la testimonianza, fornita via e-mail, di Nicola Gaffurini, corridore della Sangemini – MgK.Vis, presente anche lui in gruppo alla Tre Valli Varesine.

“Ho visto il corridore della FDJ quando stava già toccando terra contro il marciapiede, sulla parte destra della carreggiata – spiega il 28enne bresciano – È stato l’unico a cadere in quel frangente. E dopo non c’è stato nessuno che se l’è andata a prendere con Moscon, mentre se un corridore fa cadere apposta un altro nel gruppo c’è una sorta di sollevazione contro di lui, o almeno si va a chiedergliene conto. Non ho avuto l’impressione di qualcosa di anomalo“.

Una versione dunque diametralmente opposta a quella che il corridore elvetico continua a sostenere contro il corridore italiano. Entrambi ora avrebbero dunque fornito i propri dossier all’UCI, dalla quale si spera possa arrivare una decisione netta, anche in tempi abbastanza rapidi, che possa permettere di mettere la parola fine alla diatriba.

3 Commenti

    1. Ciao Alessandro,
      la questione è chiaramente molto spinosa. Entrambe le parti si mostrano convinte della loro posizione ed è un caso molto particolare, visto che assume connotati più ampi considerando anche i precedenti. Sembra assurdo Reichenbach possa essersi inventato tutto, così come sembra davvero una follia pensare che un corridore, in questo caso Moscon, possa realmente aver deliberatamente gettato un collega a terra. Contatti e scontri fisici ci sono sempre stati occasionalmente e ci saranno sicuramente ancora, ma per come viene raccontato sembra qualcosa di ancor più violento, vista la deliberata intenzione di fare male. L’augurio è che ci sia stato un malinteso, qualcosa di fraintendibile come un contatto involontario, che magari possa essere eventualmente chiarito da un testimone…
      Al momento sembra comunque molto difficile farsi una reale opinione. Speriamo l’UCI, una volta ricevuta la documentazione di entrambi, abbia abbastanza elementi per prendere una decisione in maniera ponderata e completa, che possa chiudere definitivamente la faccenda.

      Una assoluzione per mancanza di prove (o viceversa) lascerebbe purtroppo aperta una questione che potremmo così essere costretti a trascinarci ancora a lungo…

  1. Grazie alla Vostra pagina posso continuare a seguire il ciclismo anche in questo periodo in cui è ignorato anche da quotidiani sportivi che sembrano dimenticarsi dei tanti tifosi di quello che rimane per me il più bello sport sia a livello individuale che di squadra. Quanto a Moscon devo dire che il ragazzo mi entusiasma sotto l’aspetto agonistico ma mi lascia altrettanto perplesso sotto l’aspetto comportamentale. Ricordiamoci che ci sono anche dei casi precedenti poco simpatici, dalle accuse di razzismo ad un traino ai mondiali che davvero non riesco a capire. Che Cassani si sia accollata la totale responsabilità di quest’ultimo fatto non cambia ugualmente le colpe di Moscon. Mi auguro davvero che il ragazzo maturi anche sotto questo aspetto caratteriale e che sappia comportarsi in modo adeguato nel rispetto degli altri atleti. Non vorrei proprio ritrovarmi un altro caso di un atleta che snobba gli avversari in modo (eufemiscamente) poco educato e rispettoso dell’impegno di tutti i ciclisti (Riccò, al di là del doping, era mal visto da tutti i colleghi proprio per la sua strafottenza e mancanza di rispetto degli avversari).

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