Caso Froome, Copeland: “Perché il Team Sky non ha sospeso Froome?”

Il Caso Froome continua inevitabilmente a tenere banco e alimentare polemiche. Se nei confronti del corridore la linea generale è sostanzialmente di prudenza, non sono esenti da accuse l’UCI e la Sky. A prendersela con l’organismo di Aigle era stato ieri Tony Martin, che aveva denunciato l’applicazione di “due pesi e due misure” nella circostanza, mentre oggi è Brent Copeland a puntare il dito contro la formazione britannica. Il team manager della Bahrain – Merida si mostra infatti sorpreso della mancata sospensione del corridore. Non da parte dell’UCI, ma della squadra.

Perché il Team Sky non ha sospeso Froome? Sinceramente, la cosa mi sorprende”, ha ammesso il dirigente sudafricano alla Gazzetta dello Sport, precisando come le sue affermazioni non siano strettamente legate ai britannici, perché avrebbe fatto le stesse osservazioni se la squadra fosse stata un’altra, una sorta di “riflessione ad alta voce nell’interesse del ciclismo”.

Copeland inoltre parla per esperienza vissuta, visto che nel 2014 era nello staff della Lampre quando Diego Ulissi, uno dei precedenti più attinenti, fu trovato a sua volta positivo. “La notizia è stata comunicata il 20 settembre e la maggior parte delle squadre ha un codice di comportamento interno che in casi del genere prevede la sospensione dell’atleta, fino a che la vicenda non viene definita”. Per una squadra che proclama “tolleranza zero”, il TM della compagine emiratina ci vede una certa incongruenza e contraddizione.

Un ulteriore interrogativo è invece dedicato a sua volta all’UCI, che pochi giorni fa ha annunciato le licenze per la prossima stagione. Nel WorldTour, tutte confermate, Sky compresa. Eppure in casi simili si sarebbe potuto indagare: “Dal tenore della comunicazione si capiva che Sky non è stata chiamata a chiarire davanti alla Commissione Licenze la propria posizione in seguito alla vicenda Froome – si interroga – Perché? Di solito, per questioni amministrative, finanziarie e, naturalmente, etiche, succede. Stavolta, no. Perché?”

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