Vuelta a España 2017, Contador: “Sapevo sarebbe stata una tappa difficile per guadagnare terreno”

Alberto Contador non perde mai l’occasione di attaccare alla Vuelta a España 2017. Mai domo, il corridore in forza alla Trek – Segafredo non si concede giorni di riposo e, con il chiodo che aspetta a giorni di sorreggere la sua bicicletta, non intende riporre gli armamenti. Pimpante in una tappa che non concedeva grandi occasioni per fare la differenza, il Pistolero è riuscito a staccare alcuni fra gli uomini che lo precedono in classifica e i segnali per chiudere al meglio la sua carriera sono palpabili.

Il trentacinquenne commenta l’evoluzione della frazione di ieri, rivelando le intenzioni che lo hanno spinto in corsa: “Sapevo che sarebbe stata una tappa difficile per guadagnare terreno – esordisce in nativo di Pinto – Quando si è infiammata la corsa avrei voluto scattare, poi la gara si è riavviata sulla Collada de la Hoz ed era prevedibile che qualcuno facesse la sua mossa”. La condotta di gara dello spagnolo non era finalizzata solamente al miglior risultato sull’arrivo, ma anche al mettere alla prova i rivali: “Ho dato linfa agli attacchi perché pensavo che alcuni corridori potessero incappare in una brutta giornata, ma era difficile guadagnare terreno in una frazione del genere – prosegue Contador – La cosa più importante è che alcuni rivali sono stati staccati sulla Collada de la Hoz, una salita non proprio difficile, ed è un segnale significativo in vista dell’Angliru“.

I pensieri del tre volte vincitore della Vuelta a España sono diretti a sabato, ultimo palcoscenico sul quale Contador può recitare un ruolo da primo protagonista. “Oggi (ieri, ndr) i distacchi non hanno fatto la differenza – dichiara lo spagnolo – Quello che conta, invece, è convincermi che le gambe funzionano. Ora devo prepararmi psicologicamente per sabato. L’Angliru è una salita molto difficile e mi auguro di presentarmi preparato per l’occasione”, con la speranza di poter chiudere una luminosa carriera con una prestazione da ricordare.

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