Vuelta a España 2017, il giorno dell’Angliru: Brutti ricordi per Froome e Nibali, mentre Contador…

L’Alto de El Angliru porta brutti ricordi ai pretendenti della Vuelta a España 2017. Entrambi hanno infatti perso (o quantomeno non vinto) una Vuelta su questa ormai già mitica salita. Inserita per la prima volta nel percorso nel 1999 dopo essere stata scoperta (leggasi asfaltata) nel 1996, la terribile ascesa si è rapidamente imposta come uno degli scenari decisivi della corsa iberica, in più occasioni. Chi vince su queste pendenze resta nella storia, a partire dalla prima volta, quando si impose il compianto Maria José Jimenez al termine di una giornata piovosa, che vide molti corridori finire a terra nelle precedenti discese (peraltro l’ultima volta che il finale era simile a quello odierno, ma questa è un’altra storia…). Sono seguiti i successi di Gilberto Simoni (2000) e Roberto Heras (2002), che fu due volte terzo negli anni precedenti.

Si arriva poi ai giorni nostri, con tre diverse edizioni che videro protagonisi alcuni dei grandi nomi. La più recente scalata è del 2013, sempre alla penultima tappa, e sempre con Vincenzo Nibali secondo in classifica. Il siciliano sfidava la rivelazione Chris Horner, che gli aveva appena sfilato la maglia il giorno prima. Al termine di una salita molto generosa, più di cuore che di gambe, il siciliano fu costretto ad arrendersi all’imprendibile nonnino, che lo staccò inesorabilmente, togliendogli la gioia del secondo titolo dopo quello del 2010. Un ricordo tra i più brucianti per lo Squalo dello Stretto…

Nibali era presente anche nel 2011, ma quella fu un’edizione difficile, in cui non riuscì a difendere il titolo conquistato l’anno prima, già dalle tappe precedenti. Non è a lui che quella scalata rimane impressa, ma a Chris Froome. Colui che all’epoca era solo il Keniano Bianco, sorprese il mondo proprio in quell’edizione della Vuelta, che perse per ordini di scuderia. Il capitano designato era infatti ancora Bradley Wiggins e il futuro dominatore del Tour de France si piegò ai comandi della squadra in favore del ben più quotato compagno, che quel giorno indossava la maglia rossa con sette secondi di vantaggio sul suo gregario. Rimanendo a lungo accanto al capitano in sofferenza sulle arcigne pendenze dell’Angliru, l’allora sconosciuto sgraziato scalatore fu costretto a lasciar partire Juan José Cobo, che quel giorno gli prese 48 secondi che non riuscì più a colmare (concluse la Vuelta con un ritardo di soli 13″). Il via libera arrivò, ma troppo tardi, con Froome che mordeva il freno rabbiosamente. Da allora la Vuelta, in un modo o nell’altro è rimasta la sua chimera. Ma quel giorno la storia poteva essere diversa ed è un ricordo difficile da cancellare…

Chi invece dell’Angliru non può che avere ottimi ricordi è Alberto Contador. Nel 2008 il Pistolero conquistò la sua prima vittoria e la sua prima maglia di leader alla Vuelta, gettando le prime basi concrete per il suo successo finale, che gli valse, a soli 25 anni, la Tripla Corona. La sua carriera era già iniziata, ma il suo ingresso nella leggenda forse iniziava quel giorno. Con una vittoria che ora spera di ripetere, a chiudere il cerchio e la sua leggenda, che in questi giorni, pur non vincendo ancora, sta sempre più esaltando.

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