I Volti Nuovi del Gruppo, Niccolò Pacinotti: “Il professionismo è tutta un’altra cosa”

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei neoprofessionisti italiani con la rubrica I Volti Nuovi del Gruppo. Questa sera facciamo la conoscenza di Niccolò Pacinotti, giovanissimo corridore della Bardiani – CSF. Toscano di Firenze, Pacinotti è nato il 5 febbraio 1995 ed ha già preso parte a gennaio alla Vuelta a la Provincia de San Juan 2017 facendo così il proprio esordio tra i professionisti. Cresciuto ciclisticamente nella sua regione, ha indossato da Under 23 le maglie della Mastromarco e della Hopplà Petroli Firenze.

Come ti sei avvicinato al ciclismo?
Ho iniziato a correre da G2, perché mio papà era appassionato di ciclismo. Anche lui è stato un corridore, ma ha smesso di correre per un incidente. Fin da piccolo mi ero detto di provarci. Poi lui mi ha comprato la biciclette e alla prima corsa ho fatto subito secondo.

Che ricordi ti porti dalle tue esperienze nelle categorie giovanili?
Ho vinto parecchio e il ricordo più bello è stato partecipare ai Giochi della Gioventù da allievo, in cui ho fatto terzo. Sono state le prime esperienze in nazionale e il podio è stato come una vittoria. Altri risultati non ce ne sono, tutte le vittorie sono importanti.

Il grande rimpianto?
L’anno scorso mi ero preparato bene per la Firenze – Viareggio.  È una delle corse più affascinanti per i dilettanti, mi ero studiato il percorso, ma alla fine è andato via Masnada e sono arrivato secondo.

Quando hai capito di poter raggiungere il professionismo?
Dall’anno scorso, dopo i primi contatti con Bruno Reverberi. Avevo capito che non era più un gioco, ma iniziava a diventare un lavoro e ho deciso di impegnarmi a dare il massimo.

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