Tour de France 2017, Martinelli difende la tattica Astana: “Lutsenko libero nel finale perché Fabio era coperto”

Davide Martinelli difende la strategia Astana nella 18ª tappa del Tour de France 2017. Dopo la prestazione di ieri della squadra kazaka, che aveva tre uomini all’attacco, ma che ha visto il sardo perdere terreno dagli altri leader, in molti si sono interrogati sulla validità delle scelte dello staff. Era giusto puntare alla tappa o sarebbe stato meglio lasciare gli uomini al fianco del capitano?

La risposta la offre l’esperto direttore sportivo italiano, che charisce le intenzioni degli uomini davanti. “Noi conoscevamo già il problema di Aru, che poteva essere anche più grave di quello che è stato – chiarisce ai microfoni RAI – Si sarebbe potuto anche staccare sul Vars, quindi noi volevamo portare più uomini possibile a superare il Vars per poterlo aiutare e difendere, anche nella pianura successiva”.

Riguardo il ruolo specifico di Alexey Lutsenko, che invece proprio in quei frangenti provava ad attaccare, spendendo energie preziose, Martinelli spiega il proprio punto di vista: “Credo che in una squadra ci sia il capitano, ma ci son anche altri corridori. Ieri abbiamo lasciato Lutsenko libero nel finale perché Fabio era coperto. Non penso che Alexey avrebbe potuto aiutare Fabio. Cosa avrebbe potuto fare Lutsenko nel finale per Fabio? Magari tirare per 50 metri, ma se Lutsenko riesce a stare con Fabio in salita vuol dire che c’è qualcosa che non va…

Sulla sua presenza nella seconda ammiraglia, piuttosto che nella prima, situazione sulla quale si era speculato anche riguardo il suo ruolo in squadra, risponde serenamente, come nel suo stile. “Sono qui al Tour perché voglio fare il direttore sportivo – conclude – Mi comporto come un professionista e faccio quello che mi compete. Son sempre il diesse della squadra. Ci confrontiamo e ci parliamo con Shefer e Vinokourov, poi oviamente qualcuno deve andare nella prima e qualcuno nella seconda, ma per me non ci sono problemi“.

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