Tour de France 2017, accordo UCI-Bora: “Evento sfortunato e non intenzionale” Sagan scagionato e appello annullato

Si chiude con una stretta di mano il contenzioso fra la Bora – hansgrohe e l’UCI. Attraverso un comunicato congiunto, le parti fanno infatti sapere oggi, giorno in cui si sarebbe dovuta tenere l’udienza dell’appello contro la squalifica di Peter Sagan dal Tour de France 2017, di aver annullato la controversia legale relativa alla ormai famosa caduta al termine della quarta tappa della Grande Boucle. L’accordo è arrivato dopo che da Aigle, avendo visionato alcuni filmati “non disponibili al momento dell’incidente”, hanno ammesso che “la caduta è stato un evento di corsa sfortunato e non intenzionale, con i commissari che hanno preso la decisione basandosi sul miglior giudizio possibile in quelle circostanze”.

Una decisione che sembra dunque mettere tutti d’accordo, con anche il campione del mondo che esprime soddisfazione per essersi visto dare finalmente ragione. Certo, nessuno potrà ridargli un possibile successo in corsa e la probabile Maglia Verde che non ha potuto conquistare, ma lo slovacco mostra di aver “dimenticato” e di volersi mettere alle spalle il passato. “Quel che conta è migliorare il nostro sport – aggiunge – Sono contento del fatto che quel che mi è successo a Vittel ha mostrato che il lavoo dei commissari UCI è molto difficile, e l’UCI ha riconosciuto l’esigenza di facilitare il loro lavoro in maniera più efficace, portando sviluppi positivi che possano permettere al nostro sport di arrivare a decisioni più eque e comprensbili“.

Queste nuove misure, illustrate dal nuovo presidente David Lappartient consistono nella creazione di un ulteriore esperto da aggiungere in commissione, che si occupi proprio della parte video. “Questo procedimento ha messo in evidenza quanto importante e difficile sia il lavoro dei commissari UCI – spiega il dirigente francese – Dal prossimo anno l’UCI intende assumere un ‘Commissario di Supporto’ che assista la giuria con particolare attenzione ai video negli eventi principali del WorldTour”.

In conclusione, interviene dunque anche il team manager della formazione tedesca, Ralph Denk, il quale spiega come l’azione legale intrapresa in questi mesi fosse sostanzialmente a difesa dell’immagine e della reputazione del proprio atleta e della squadra. “Il nostro obiettivo è sempre stato mettere in chiaro che Peter non ha causato la caduta di Mark Cavendish – dettaglia – Questa era la posizione di Peter sin dall’inizio. Nessuno vuole che i corridori cadano o che si facciano male, ma quanto successo a Vittel è stato un incidente di gara che può capitare in volata. Il mio lavoro come team manager è proteggere i corridori e gli sponsor. Penso che è quanto abbiamo fatto come squadra. Mi sento rincuorato nella mia posizione riguardo il fatto che né Peter né la Bora – hansgrohe abbiano fatto niente di male”.

3 Commenti

  1. Giusto chiuderla qua , in pratica hanno dato ragione a sagan, però a lui e alla squadra il danno in termini di immagine è economico è stato gravissimo,se fossi in sagan sarei ancora molto arrabbiato e pretenderei delle scuse ufficiali da parte dell organizzazione e della giuria, perché non si può escludere un corridore per una volata del genere che tante volte in passato non sarebbe neanche stata sanzionata , se così non fosse gli farei uno sgarbo andando al giro e vuelta quest anno, ma capisco che le ragioni economiche hanno sempre la meglio è quindi andrà al tour.

  2. Non c’è alcuna decisione sulla “ragione”; hanno concordato che non era “intenzione” di Sagan far cadere Cavendish, ed è probabilmente vero; la squalifica era per la manovra indipendentemente dalla volontà, e questo resta con le sue conseguenze sui due ciclisti (e su altri)
    Le manovre sono valutate pericolose non a seconda della volontà precisa di far cadere qualcuno…..

    1. sono in disaccordo sulla seconda parte del tuo intervento , per me le manovre devono essere giudicate in base alla volonta di far cadere qualcuno , mi spiego meglio per me sono manovre da squalificare il pugno di grifko a kittel , le testate che cavendish o bouhanni hanno spesso dato in passato ecc.. sono tutti movimenti che non ti fanno guadagnare niente ma servono solo per danneggiare gli altri e creano cadute. diverso è il discorso se uno inizia la volata in un punto e la finisce nella carreggiata opposta , per me quella è una manovra si sanzionabile con una retrocessione ma non la squalifica, perchè cerchi di chiudere lo spazio, concludendo per me sagan non meritava nemmeno di essere retrocesso l’unico suo errore è stato quello di provare a passare dove lo spazio non c’era , il resto è solo un contatto di gara che può starci tranquillamente in una volata. Se fosse stato francese mi gioco la casa che non sarebbe mai stato squalificato.

Rispondi

Pulsante per tornare all'inizio