Pagellone 2017, H – N: Kittel, Landa, Moscon, Nibali e tanti altri

Continua il nostro viaggio alla scoperta dei promossi ed i bocciati di questa stagione. In rigoroso ordine alfabetico analizzeremo i quelli che sono stati i nostri migliori (ma anche i peggiori) corridori del gruppo, cercando di analizzarne il rendimento nel nostro Pagellone 2017. Lettera per lettera scopriremo i corridori che si sono distinti in positivo e quelli invece in negativo di questa ultima stagione, ricca di emozioni e di sorprese.

LA PRIMA PARTE DELLE PAGELLE

LA TERZA PARTE DELLE PAGELLE

LA QUARTA PARTE DELLE PAGELLE

LETTERA H

Nathan Haas (Dimension Data), 6.5: Il secondo anno alla Dimension Data segna il suo ritorno a livelli interessanti, fin dal casalingo Tour Down Under di gennaio, chiuso al quarto posto. Chiude poi ai piedi del podio l’Amstel Gold Race e la terza tappa del Giro d’Italia a Cagliari, ma deve abbandonare la Corsa Rosa dopo solo undici tappe. Nella seconda parte della stagione si vede meno, accumulando non più di una decina di giorni di corsa, concludendo il suo 2017 in sordina, e senza successi all’attivo, nei GP canadesi.

Jack Haig (Orica-Scott), 7: Quest’anno ha segnato un bel passo in avanti per il giovane scalatore australiano. Migliora costantemente le proprie prestazioni nel corso della stagione, arrivando a vincere la tappa Regina del Giro di Polonia ad agosto. Poi disputa una solida Vuelta, conclusa al 21° posto generale, ed un ottimo Giro dell’Emilia, al termine del quale è nono, a dimostrazione di avere qualità interessanti.

Adam Hansen (Lotto Soudal), 6.5: Gli anni passano, ma la voglia di cimentarsi nei tre Grandi Giri non viene meno. L’australiano anche in questo 2017 è riuscito a portare a compimento Giro, Tour e Vuelta, dimostrandosi sempre generoso a sostegno dei capitani. Rispetto agli altri anni fatica a trovare lo spunto per un buon risultato personale.

Romain Hardy (Fortuneo – Oscaro), 6: Con maggiori libertà rispetto agli anni alla Cofidis, il corridore francese risponde presente, trovando il primo successo da professionista e, soprattutto, correndo l’intera stagione su un buon livello. Positivo anche il suo esordio al Tour de France, con tante azioni da lontano che lo hanno visto protagonista.

Heinrich Haussler (Bahrain – Merida), s.v.: Doveva essere la stagione del riscatto, tuttavia i molteplici problemi fisici, specialmente al ginocchio, gli hanno impedito di allenarsi e correre in continuità. A questo punto sembra difficile pensare che possa tornare ai massimi livelli.

Matthew Hayman (ORICA – Scott), 6: Chiedergli di ripetere il successo alla Parigi – Roubaix era praticamente impossibile. L’australiano lotta comunque con coraggio e generosità, riuscendo a svolgere al meglio il ruolo di gregario in supporto dei capitani.

Sergio Henao (Sky), 7: La classifica generale della Parigi – Nizza rappresenta, probabilmente, il momento più alto della carriera da un punto di vista personale. In primavera va fortissimo, cogliendo altri risultati importanti, anche alle Classiche delle Ardenne. Cala alla distanza, disputando un Tour de France generoso a sostegno di Chris Froome. Ci si aspettava qualcosina in più nelle classiche di fine stagione, ma il bilancio resta positivo.

Ben Hermans (BMC), 7: Il livello di affidabilità raggiunto dallo scalatore belga è invidiabile e, soprattutto negli obiettivi secondari, si dimostra un’arma importante per la BMC. Vince infatti il Tour of Oman e disputa un buon Giro d’Italia fino al ritiro. Nel finale di stagione è rallentato da una caduta al Giro di Polonia, ma chiude con un ottimo quinto posto al Tour of Guangxi.

Jan Hirt (CCC), 7,5: Scalatore emergente, al primo confronto su un grande palcoscenico come quello del Giro d’Italia ha risposto presente. Senza particolari acuti, il ceco ha corso regolare, chiudendo sempre a ridosso ai migliori in salita, ma non esitando a provare qualcosa anche in prima persona quando possibile. Un segnale di maturazione, con la consapevolezza di poter fare ancora meglio negli anni a venire, meritandosi un contratto in una squadra di primo piano come la Astana.

Moreno Hofland (Lotto Soudal), 6,5: Anno nuovo, vita nuova per lo sprinter neerlandese. Alla corte di Marc Sergeant si è trovato in più di una occasione a sacrificare le proprie ambizioni per lavorare a supporto dei leader, dimostrandosi validissimo nella formazione dei treni. Riesce comunque a togliersi la soddisfazione di un successo nel finale di stagione, oltre ad alcuni piazzamenti.

LETTERA I

Daryl Impey (ORICA – Scott), 6: Il sudafricano vive una stagione al servizio dei propri capitani. Sono poche le occasioni in cui il portacolori della ORICA – Scott ha carta bianca, ma riesce a sfruttare al massimo le sue chance. Il bottino finale parla di due vittorie, di cui una nel WorldTour, e di diversi buoni piazzamenti sia allo sprint che nelle prove a cronometro.

Beñat Intxausti (Sky), s.v.: Seconda stagione da dimenticare per il basco. Ancora una volta il corridore della Sky è alle prese con la mononucleosi con diverse ricadute, tanto che il bilancio finale lo vede affrontare solamente tre giorni di corsa totali, arrivando al traguardo solo in un caso. La speranza è che il prossimo anno risolva definitivamente il problema e si torni ad ammirare l’Intxausti della Movistar.

Gorka Izagirre (Movistar), 7: Con la partenza del fratello Ion, il più grande dei fratelli Izagirre ha maggiori occasioni in cui mettersi in mostra. Dopo una splendida Parigi – Nizza, chiusa al quarto posto a soli 30 secondi dal podio, il basco centra la vittoria alla Klasika Primavera de Amorebieta. Successo che gli permette di arrivare con il morale alle stelle al Giro d’Italia dove si impone sul traguardo di Peschici e sfiora il bis a Canazei. Nella seconda parte di stagione fatica di più.

Ion Izagirre (Bahrain-Merida), 7.5: Dopo anni alla Movistar, il basco decide di cambiare squadra per avere maggiore libertà. Come di consueto si comporta molto bene nelle corse a tappe di una settimana, rivelandosi anche una delle sorprese delle Classiche delle Ardenne, piazzandosi nella Top10 sia all’Amstel Gold Race che la Liegi – Bastgone – Liegi. Nella seconda parte di stagione si concentra sul Tour de France, ma una brutta caduta nel prologo inaugurale della Grande Boucle lo costringe al ritiro ed alla chiusura anticipata della stagione.

LETTERA J

Amund Grøndahl Jansen (LottoNL-Jumbo), 6.5: Al primo anno fra i professionisti il norvegese dimostra le sue qualità negli sprint. Dopo una prima parte di stagione di apprendistato, inizia a brillare nel finale dell’anno, soprattutto nelle corse di un giorno in Belgio. Alla fine il bilancio parla di sette piazzamenti nei primi 10 e ora c’è grande curiosità di vederlo all’opera nel 2017.

Reinardt Janse Van Rensburg (Dimension Data), 6: Altro anno di crescita per il corridore sudafricano. Nella prima parte dell’anno ottiene diversi buoni piazzamenti, anche contro rivali di livello. Fatica un po’ di più nella seconda parte dell’anno, ma complessivamente nella stagione è stato sufficiente.

Arnold Jeanesson (Fortuneo – Oscaro), 5: Anno da dimenticare per il corridore francese. Dopo un discreto avvio di stagione, con una Top10 di tappa alla Parigi – Nizza ed il successo sfiorato nella penultima frazione della Coppi e Bartali, Jeanesson non si conferma, raccogliendo prestazioni anonime a ripetizione. Proprio per questo motivo la squadra decide di non includerlo nella selezione per il Tour de France. La situazione non cambia nel finale di stagione, tanto che alla fine arriva la decisione di appendere la bicicletta al chiodo.

Bob Jungels (Quick-Step Floors), 7: Per il secondo anno consecutivo il lussemburghese si conferma il miglior giovane del Giro d’Italia. Oltre alla maglia bianca, combattuta fino all’ultima tappa con Adam Yates, il portacolori della QuickStep – Floors porta a casa un buon piazzamento nella Top10 ed una bella vittoria di tappa a Bergamo. Nella seconda parte dell’anno partecipa alla Vuelta a España, ma in questo caso mette da parte le ambizioni di classifica, lavorando soprattutto per i compagni di squadra.

LETTERA K

Lennard Kämna (Sunweb), 6.5: Il tedesco è sicuramente uno dei talenti emergenti delle prove a cronometro. Al suo primo anno fra i professionisti conferma le sue qualità centrando diversi buoni piazzamenti, anche in crono WorldTour come Giro di Romandia o Vuelta a España. È inoltre uno dei protagonisti della vittoria della Sunweb nella cronosquadre dei Campionati del Mondo, sfiorando il bis pochi giorni dopo nella prova in linea riservata agli Under23 dove solo Cosnefroy gli nega il successo.

Tanel Kangert (Astana), 7: L’estone si ritrova un po’ a sorpresa capitano della Astana al Giro d’Italia. Le prime due settimane di Corsa Rosa sono molto buone, con diversi piazzamenti ed un settimo posto in classifica generale dopo la quattordicesima frazione. Il giorno dopo però è costretto al ritiro per via di una brutta caduta, chiudendo così con largo anticipo il suo 2017.

Wilco Kelderman (Sunweb), 7,5: Il talento neerlandese ritrova finalmente il passo dei giorni migliori disputando una stagione solida, pur senza vittorie, ad eccezione della cronosquadre iridata. Parte già bene al Tour Down Under, schierandosi poi con ambizioni importanti al Giro d’Italia. La sua marcia si interrompe però verso il Blockhaus a causa di una caduta, per poi riprendere alla Vuelta a España, chiusa brillantemente al quarto posto. Questa stagione mette le basi per i prossimi assalti alla vittoria di un Grande Giro.

Peter Kennaugh (Sky), 6: Gli spazi e le occasioni si riducono notevolmente per il britannico in questo 2017. Per il primo anno da quando è passato professionista Kennaugh non riesce infatti a trovare posto in nessuno dei tre Grandi Giri. Lascia un po’ l’amaro in bocca l’esclusione dalla formazione per la Grande Boucle visto che, con la bella vittoria al Giro del Delfinato sull’Alpe d’Huez, dopo una lunga fuga da lontano, dimostra una condizione ottima. Il prossimo anno, con l’approdo alla Bora – Hansgrohe, potrebbe tornare ad avere più chances, in particolar modo nelle corse a tappe di una settimana.

Jens Keukeleire (Orica-Scott), 6,5: Il sesto anno in casa Orica è il migliore del passista belga, che riesce a mantenere un rendimento piuttosto costante da febbraio a ottobre. I suoi obiettivi principali sono però le classiche del pavé, che gli regalano soddisfazione soltanto alla Gent – Wevelgem, nella quale coglie un bel secondo posto alle spalle di Van Avermaet.

Vasil Kiryienka (Sky), 5 : La stagione dell’ex Campione del Mondo a cronometro va analizzata sotto due punti di vista. Da una parte c’è il tanto lavoro al servizio dei capitani, mentre dall’altra ci sono le cronometro. Se il primo aspetto viene svolto alla perfezione, a preoccupare è il rendimento nelle prove contro il tempo. Il bielorusso non riesce infatti mai a brillare in quella che è la sua specialità, pur avendo a disposizione anche dei tracciati mossi nei quali esaltare le sue caratteristiche complete.

Marcel Kittel (Quick-Step Floors), 9: Difficile trovare delle pecche anche in questa stagione del possente velocista tedesco. Cinque vittorie di tappa al Tour de France sono un biglietto da visita più che sufficiente per giudicare ottima la sua stagione, anche se il non essere riuscito ad arrivare fino a Parigi toglie qualcosa al giudizio complessivo. I successi al Dubai Tour (con classifica generale annessa), Tre Giorni di La Panne, Scheldeprijs, Giro di California e Ster ZLM fanno da corollario ad un’altra annata da grande protagonista delle volate ai massimi livelli.

Leopold König (BORA-hansgrohe), s.v.: Anno da dimenticare per il ceco. Il ritorno alla Bora – Hansgrohe doveva permettergli di tornare a correre da capitano, ma il risultato non è stato quello sperato. Un problema al ginocchio lo ha infatti costretto ad un lunghissimo stop, saltando i primi mesi di gara. Nella seconda parte di stagione fatica a ritrovare una condizione accettabile, con tanti ritiri, anche se al Giro di Turchia arrivano dei buoni segnali in vista della prossima stagione.

Patrick Konrad (BORA-hansgrohe), 6.5: Il corridore austriaco continua la sua crescita. In particolar modo in questo 2017 il portacolori della Bora – Hansgrohe si mette in mostra nelle brevi corse a tappe, centrando dei buoni piazzamenti finali al Giro dei Paesi Baschi e il Giro di Svizzera. Buona prova anche al Giro d’Italia, durante il quale si vede poco, ma alla fine riesce a centrare un piazzamento nella Top20.

Ilia Koshevoy (Wilier – Selle Italia), 5: L’approdo in una formazione Professional doveva sulla carta favorire il bielorusso, permettendogli di avere maggiori occasioni in cui mettersi in mostra. I risultati però non sono quelli sperati, nonostante la buona volontà del portacolori della Wilier – Selle Italia, che prova a lasciare il segno con delle fughe da lontano. L’unica corsa in cui in parte brilla è il Tour of Qinghai Lake, concluso al quarto posto, ma le aspettative a inizio anno erano sicuramente superiori.

Alexander Kristoff (Katusha – Alpecin), 6: Bilancio dai due volti per il Campione Europeo. Se vengono analizzati solo i risultati ottenuti, il bilancio è sicuramente positivo con diverse vittorie anche in corse importanti. Il problema nasce se viene analizzata complessivamente la stagione del norvegese. Sono diverse le occasioni in cui corre in maniera anonima, soprattutto sul pavé, oppure non riesce a centrare il risultato sperato. Anche in questo 2017 Kristoff dimostra quindi a tratti di poter lottare alla pari con i migliori al mondo, ma in diverse occasioni spreca la chance giusta e butta al vento ottime occasioni.

Steven Kruijswijk (LottoNL-Jumbo), 5: Anno da dimenticare per il neerlandese. Dopo la sfortuna della scorsa stagione, lo scalatore della Lotto NL – Jumbo era chiamato alla rivincita, soprattutto al Giro d’Italia. Il risultato, complice un problema al costato, non è quello sperato, con Kruijswijk che non si vede praticamente mai, ritirandosi poco prima della fine, quando si trovava in decima posizione. Chiude la prima parte di stagione con un buon Giro di Svizzera per poi concentrarsi sulla Vuelta a España, nella quale si difende e alla fine chiude al nono posto. Un risultato che rispecchia il rendimento del Kruijswijk visto fino al 2015 e non di quello ammirato l’anno scorso al Giro d’Italia, prima della brutta caduta.

Merhawi Kudus (Dimension Data), 6: Il portacolori della Dimension Data conferma le sue qualità nelle breve corse a tappe. Diversi i buoni piazzamenti nelle corse a tappe di una settimana, soprattutto in quelle non WorldTour, che aumentano le aspettative intorno all’eritreo. L’obiettivo per il prossimo anno sarà quello di fare un ulteriore passo in avanti e lottare magari per la vittoria della classifica generale in alcune occasioni.

Stefan Küng (BMC), 8: Il 23enne talento svizzero ha vissuto nel 2017 l’anno della svolta. Fondamentale per la squadra in pianura e nelle cronosquadre, si porta a casa il campionato Nazionale a crono e la prova contro il tempo del BinckBank Tour. Si toglie anche la soddisfazione di vincere una tappa al Giro di Romandia partendo da lontano e di centrare la top ten nella crono conclusiva del Tour.

Marko Kump (UAE Team Emirates), 6.5: Stagione positiva per Kump. Nonostante la presenza di diverse ruote veloci nella UAE Team Emirates, il corridore sloveno riesce a ritagliarsi il suo spazio. Dal Tour Down Under alla Classica di Amburgo, passando per il Giro di Romandia e il BinckBank Tour, sono diverse le corse WorldTour in cui si mette in mostra, centrando diversi buoni piazzamenti.

Michal Kwiatkowski (Sky), 8: Il polacco è un lontano parente di quello osservato nel 2016. L’ex Campione del Mondo ritorna infatti sui suoi livelli, correndo da grande protagonista le classiche. Il successo più importante è sicuramente quello alla Milano – Sanremo, ma le buone prove nelle Ardenne e la vittoria della Clasica di San Sebastian non possono passare inosservate. Anche quando deve lavorare per i propri compagni non si tira mai indietro, come testimonia il grande lavoro al servizio di Froome al Tour de France, che ne rilancia anche il potenziale nei GT.

LETTERA L

Yves Lampaert (QuickStep – Floors), 7.5: Ritagliarsi uno spazio in uno squadrone come la QuickStep – Floors non è semplice. Il belga però sfrutta alla perfezione le occasioni che ha, ottenendo diversi buoni piazzamenti e tre splendide vittorie. Se il successo nella cronometro dei campionati belgi era pronosticabile, gli altri due successi arricchiscono ed impreziosiscono il suo palmares. Splendido il successo alla Dwars Door Vlaanderen, così come quello alla Vuelta a España, nella quale si toglie la soddisfazione di indossare anche la maglia rossa.

Mikel Landa (Sky), 9: Dopo una partenza in sordina, il basco arriva al Giro d’Italia con grandi ambizioni. Nella prima frazione di salita recupera senza problemi una foratura sulle prime rampe dell’Etna, ma la sfortuna lo prende di mira anche sul Blockhaus. Il basco rimane infatti coinvolto nella caduta con la moto ed affronta la salita praticamente con una gamba sola. Dopo qualche giorno difficile, sia per le condizioni fisiche che mentalmente, essendo uscito di classifica, si rilancia nel migliore dei modi correndo all’attacco, venendo beffato per due volte in vista del traguardo. A Piancavallo arriva finalmente il successo ed il Giro per lui si chiude anche con la vittoria della maglia azzurra. La Sky a quel punto decide di schierarlo al Tour de France, dove si dimostra il gregario più forte in salita per Froome. In alcune occasioni il basco sembra esser addirittura più in forma del capitano, ma decide di essere leale e sacrificarsi per il Keniano Bianco. Alla fine chiude la corsa con tanti rimpianti visto che si ferma ad un solo secondo dal podio finale, dopo alcune prove maiuscole, in crescendo.

Sebastian Langeveld (Cannondale – Drapac), 6: Il neerlandese si vede solo un giorno durante tutto l’anno, ma il risultato ottenuto vale l’intera stagione. Il terzo posto alla Roubaix è un risultato da incorniciare, pensando soprattutto al fatto che era reduce da due anni anonimi sul pavé e anche nel resto delle classiche del nord del 2017 non aveva brillato. Durante tutto il resto della stagione lavora per i compagni e non riesce a mettersi in mostra individualmente.

Christophe Laporte (Cofidis), 6.5: Per un velocista, trovare spazio in una squadra costruita intorno a Bouhanni non è facile. Laporte però riesce a ritagliarsi un discreto spazio e sfruttare alla perfezione le occasioni che ha. Alla fine il bilancio parla di un successo e sedici piazzamenti nei primi 10 che fanno ben sperare in vista della prossima stagione.

Pierre Latour (AG2R La Mondiale), 7: Il francese continua la sua crescita. Dopo un buon 2016, il portacolori della AG2R La Mondiale fa un ulteriore passo in avanti, ottenendo diversi piazzamenti nelle corse a tappe di una settimana. Al Tour de France deve lavorare per Bardet e lo fa alla perfezione, rimanendo in lotta per la Top15 nelle prime due settimane prima di defilarsi e sacrificarsi completamente per il capitano. Nel finale di stagione non riesce a brillare come sperato, complice una condizione non ottimale dopo l’infortunio rimediato nella cronometro del penultimo giorno della Grande Boucle.

Juan Jose Lobato (Lotto NL – Jumbo), 5: Dopo l’esperienza alla Movistar lo spagnolo prova a rilanciarsi alla Lotto NL – Jumbo. All’esordio al Dubai Tour ottiene dei piazzamenti incoraggianti che fanno ben sperare, ma presto si rivelano un fuoco di paglia. Come avvenuto già in passato sono infatti diverse le occasioni in cui sparisce nel finale o non riesce a portare a casa il risultato sperato. In un anno no per Lobato ci sono comunque anche degli aspetti incoraggianti da cui ripartire come l’undicesimo posto all’Amstel Gold Race alla sua seconda partecipazione.

Miguel Angel Lopez (Astana), 7.5: Prima parte di stagione da dimenticare per il colombiano che, per via di un infortunio, fa il suo esordio solo nel mese di giugno. Al Giro di Svizzera l’incubo delle cadute torna a tormentarlo, ma da luglio inizia la sua rinascita. Dopo due discrete prove al Giro d’Austria e la Vuelta a Burgos, il portacolori della Astana torna finalmente sui suoi livelli con una bella Vuelta a España. Nel corso della seconda settimana di corsa sembra esser l’unico in grado di contrastare Froome in salita, ma nell’ultima settimana cala leggermente, riuscendo a chiudere comunque la corsa nella Top10.

Alexey Lutsenko (Astana), 7: Il kazako si conferma ancora una volta il miglior dei suoi. Dopo l’ottima prova al Dwars Door Vlaanderen prova a supportare nel migliore dei modi Aru al Tour, ma una condizione non ottimale dopo una brutta caduta gli impedisce di rendere al massimo. Si riscatta alla Vuelta a España, durante la quale ha maggiore libertà e centra uno splendido successo di tappa ad Alcossebre, sfiorando poi il bis nella diciottesima frazione. Buona prova anche ai Campionati del Mondo, nei quali centra un piazzamento nei primi 10. 

LETTERA M

Mirco Maestri (Bardiani – CSF), 6.5: Una stagione all’attacco per il portacolori della Bardiani – CSF. Quando c’è la possibilità di andare in fuga il corridore italiano non si tira indietro e, nonostante non arrivi la vittoria, sono diverse le occasioni in cui si mette in mostra, come nella lotta per la maglia a punti alla Tirreno – Adriatico, venendo battuto solo da Sagan, o quella dei GPM conquistata al Giro di Turchia.

Rafal Majka (BORA-hansgrohe), 7: Anche il 2017 è stato un anno all’insegna degli alti e dei bassi per il polacco, al quale manca sempre qualcosa per riuscire a fare il salto di qualità. Quest’anno, nello specifico, la fortuna gli ha voltato ancora una volta le spalle, costringendolo al ritiro al Tour, a causa di una caduta, e tagliandolo fuori dalla lotta per la classifica generale alla Vuelta, per problemi di stomaco. Al netto delle battute d’arresto disputa comunque una buona stagione, ricca di piazzamenti, condita dal catartico successo nella quattordicesima tappa della Vuelta a Sierra de la Pandera.

Matteo Malucelli (Androni – Sidermec), 6.5: Al primo anno fra i professionisti il velocista della Androni – Sidermec parte subito forte, ottenendo diversi buoni piazzamenti alla Vuelta a San Juan, contro avversari di livello. Buona in generale tutta la prima parte di stagione, che si conclude con il doppio successo al Sibiu Tour e quello al Giro di Slovacchia. Nella seconda parte dell’anno fatica di più, ma chiude comunque l’anno con alcuni piazzamenti nei 10 in Cina.

Matvey Mamykin (Katusha – Alpecin), 4.5: Le aspettative sul corridore russo erano notevolmente diverse a inizio stagione. Dopo un buon 2016, ci si aspettava molto dal portacolori della Katusha – Alpecin, che non riesce però a mettersi mai in mostra. Solo una volta si piazza nella Top10 e, soprattutto, non dà mai la sensazione di poter lasciare il segno in qualche corsa.

Tomasz Marczynski (Lotto Soudal), 8: La Vuelta a España disputata dal 33enne polacco è di quelle da ricordare. Ben due vittorie di tappa partendo da lontano sono un bottino che vale quasi una carriera per un corridore di medio livello, che aveva dimostrato un discreto potenziale, senza tuttavia mai esprimerlo fino in fondo. Prestazioni di questo spessore non erano ormai attese, considerando che sembrava iniziato il naturale declino.

Jakub Mareczko (Wilier Triestina-Selle Italia), 8: Si fa sempre più interessante il percorso di crescita del 23enne velocista italo-polacco che sfiora per due volte il successo di tappa al Giro d’Italia, venendo battuto a Messina e Reggio Emilia solamente da un indomabile Gaviria. Dal punto di vista numerico è poi trionfale la campagna cinese di ottobre, con ben dieci vittorie allo sprint tra Tour of Taihu Lake e Tour of Hainan.

Nicolas Marini (NIPPO – Vini Fantini), 5: Il velocista italiano si concentra anche in questo 2017 sul calendario asiatico. Il bilancio recita tuttavia solamente due vittorie, seppur con diversi piazzamenti, ma al suo terzo anno fra i professionisti ci si aspettava qualcosa in più. Il portacolori della NIPPO – Vini Fantini dimostra sempre di avere del potenziale, ma ogni volta gli manca un qualcosa per fare il definitivo salto di qualità.

Daniel Martin (QuickStep – Floors), 8: L’irlandese in questo 2017 centra un solo successo, ma la sua stagione è molto positiva. Dopo delle buone prove alla Parigi – Nizza e la Volta a Catalunya, sfiora il successo alla Freccia Vallone e alla Liegi – Bastogne – Liegi, chiudendo entrambe le corse in seconda posizione dietro a Valverde. Al Tour, invece, dopo una buona partenza, perde terreno rimanendo coinvolto nella caduta di Porte. L’irlandese però non si arrende e alla fine porta a casa un buon sesto posto, centrando così il suo miglior risultato assoluto in un Grande Giro.

Guillaume Martin (Wanty-Groupe Gobert), 7: Il 24enne francese ha campo libero nelle corse a tappe e si ritaglia, pur senza squadra, uno spazio importante anche al Tour de France, dove chiude al terzo posto la tappa di Station des Rousses e al 23° in generale. Nel finale di stagione vince in rapida successione Tour du Gévaudan Languedoc-Roussillon e Giro della Toscana, facendosi così conoscere anche dal pubblico italiano.

Tony Martin (Katusha – Alpecin), 4: Anno no per il tedesco. Con il cambio di squadra le aspettative erano notevoli e  parte con il piede giusto, vincendo la seconda frazione della Volta a la Comunitat Valenciana. Risultato però che alla fine sarà un fuoco di paglia visto che il portacolori della Katusha – Alpecin riesce ad ottenere solo un altro successo, nella cronometro del campionato tedesco, contro una concorrenza non agguerrita. Per il resto della stagione non riesce a brillare, raccogliendo delusioni su delusioni, sia nelle prove in linea che soprattutto nelle prove contro il tempo. A chiudere l’annata no, la crono mondiale che conclude solo al nono posto, non riuscendo a bissare il successo di dodici mesi fa.

Daniel Martinez (Wilier – Selle Italia), 6.5: Il colombiano è considerato da diversi anni uno dei giovani talenti sudamericani, ma per un motivo o l’altro non era mai riuscito a far emergere le sue qualità. Anche nella prima parte di stagione non si mette in mostra, chiudendo anche il Giro in anticipo. Al Tour de l’Avenir lavora per Bernal e proprio dopo la corsa francese arriva la svolta, con tante buone prestazioni. Un finale di stagione ottimo fra Tre Valli Varesine, Milano – Torino e Giro di Turchia che gli valgono il passaggio nel WorldTour.

Fausto Masnada (Androni – Sidermec Bottecchia), 6.5: L’impatto con il professionismo del giovane azzurro è stato graduale e piuttosto positivo, con diversi buoni piazzamenti ed una chiusura di stagione di alto spessore al Giro di Turchia. Le basi per proseguire al meglio la propria carriera da professionista ci sono tutte.

Michael Matthews (Team Sunweb), 8: Stagione di alto livello per l’australiano. Già da inizio anno dimostra le sue qualità, comportandosi bene sia sul pavé che soprattutto nelle classiche delle Ardenne. La prestazione d’oro però avviene al Tour de France, dove centra due vittorie ed un totale di otto piazzamenti nella Top10 che gli permettono di conquistare la maglia verde. Nel finale di stagione si concentra sul Mondiale di Bergen, dove centra il terzo piazzamento consecutivo nella Top4.

Daniel McLay (Fortuneo – Oscaro), 6: Il velocista britannico conferma le sue buone qualità. Due i successi ottenuti, come dodici mesi fa, e tanti piazzamenti nei primi dieci anche importanti come il Tour de France, ma ad inizio anno ci si aspettava forse qualcosina di più dopo l’esplosione della scorsa stagione.

Louis Meintjes (UAE Team Emirates), 6.5: Il corridore sudafricano per il secondo anno consecutivo centra la Top10 al Tour de France. Curiosamente, come dodici mesi prima, si piazza all’ottavo posto, anche se forse quest’anno alla Grande Boucle ci si aspettava qualcosina in più. La prova in Francia rimane comunque positiva, al contrario di quella alla Vuelta a España, nella quale non riesce brillare, chiudendo poi la corsa fuori dalla Top10. Stagione discreta, vista l’età, anche se dovrà cambiare ritmo.

Riccardo Minali (Astana), 6.5: La prima stagione da professionista del giovane italiano è sicuramente positiva. Riesce a mettersi in mostra molto bene soprattutto in volata, riuscendo già al Dubai Tour a farsi largo tra i vari Kittel, Viviani, Cavendish, Degenklob e soci. Disputa ottime volate anche al Giro di Polonia e al Giro di Turchia, ma gli manca il guizzo per cogliere il successo. Il tempo non gli mancherà per rimediare fin dal prossimo anno.

Sacha Modolo (UAE Team Emirates), 5: 2017 molto particolare per il corridore della UAE Team Emirates. Dopo una campagna sorprendente e molto positiva nelle classiche del nord, arriva al Giro con la speranza di lasciare il segno in qualche frazione, senza tuttavia riuscirvi. Il risultato infatti non è quello sperato, complice una condizione non ottimale. Prestazioni sottotono anche alla Vuelta a España in cui non si vede praticamente mai in corsa.

Matej Mohoric (UAE Emirates), 6.5: Il giovane sloveno fa altri passi in avanti verso il rendimento che ci aspetta da lui. Il suo 2017 si conclude con ben due Grandi Giri conclusi, con tanto di vittoria di tappa a Cuenca alla Vuelta, ed una bella vittoria nella Hong Kong Challenge di inizio ottobre. Ora dovrà continuare ad alzare l’asticella per cercare l’attesa consacrazione.

Rudy Molard (FDJ), 7: Il 28enne corridore francese segna importanti passi in avanti nel corso di questa stagione, pur senza successi all’attivo. Il risultato di maggior spicco è l’ottavo posto nella Freccia Vallone, ma è prezioso soprattutto il lavoro svolto in appoggio a Pinot al Giro d’Italia. Al Tour si veste poi da uomo di classifica della sua squadra, ma non va oltre il 36°posto, stanco per le fatiche precedenti.

Bauke Mollema (Trek – Segafredo), 5.5: Il neerlandese cambia i suoi programmi rispetto al passato, mettendo nel mirino il Giro d’Italia. Nella Corsa Rosa però non riesce a brillare come sperato visto che, pur concludendo al settimo posto finale, non si vede praticamente mai. Nella seconda parte di stagione però si riscatta, almeno parzialmente, vincendo una bella tappa al Tour de France e mettendosi in mostra anche in alcune classiche WorldTour come Clasica San Sebastian e GP de Montreal.

Maxime Monfort (Lotto Soudal), 6,5: Gli anni passano per l’esperto passista-scalatore belga, che resta tuttavia un eccellente regolarista. Il suo obiettivo stagionale è il Giro d’Italia, nel quale coglie il 13° posto finale, mentre alla Vuelta è costretto al ritiro a tre tappe dalla fine. Non vince una corsa dal lontano 2010, ma è una garanzia preziosa per la propria squadra nelle corse a tappe.

Daniel Moreno (Movistar), 4: Stagione da dimenticare per il madrileno. Anonimo nelle classiche delle Ardenne, così come nelle corse a tappe di una settimana. Anche alla Vuelta il rendimento è molto sotto le aspettative visto che, dopo aver perso terreno per via di una caduta, non riesce a lasciare il segno nelle singole frazioni e in classifica generale.

Gianni Moscon (Sky), 9: Continua la crescita esponenziale del 23enne talento azzurro. Il suo 2017 è stato quasi da corridore “navigato”, con la sola vittoria del campionato Nazionale a crono contornata da tante prestazioni di spessore, anche in veste da gregario. Il quinto posto della Parigi-Roubaix e il terzo de Il Lombardia fanno sognare in ottica futura per un corridore che alla Vuelta a España ha impressionato anche in salita, in appoggio a Chris Froome. Gli unici nei, che denotano ancora mancanza di esperienza, sono la squalifica per traino ai Campionati del Mondo e le numerose polemiche che lo hanno circondato nel corso dell’anno.

Moreno Moser (Astana), 3: AAA Moser cercasi. Il passaggio dalla Cannondale alla Astana ha fatto letteralmente crollare il rendimento, per altro già deficitario, del 26enne trentino che mette insieme pochi giorni di corsa e nessun risultato degno di nota, tanto che viene anche scartato alla vigilia dalla selezione per il Giro d’Italia. Purtroppo per lui, gli anni passano e le prospettive per il futuro si fanno sempre più preoccupanti.

Ryan Mullen (Cannondale-Drapac), 6.5: Continua a crescere il rendimento del talentino irlandese che si mette in mostra soprattutto nella propria specialità, la cronometro, vincendo il campionato Nazionale e poi il bronzo agli Europei di Herning. Arrivano però anche interessanti indicazioni in ottica futura, con il successo nel campionato Nazionale in linea ed una promettente campagna del pavé.

LETTERA N

Oliver Naesen (AG2R La Mondiale), 6.5: Il belga conferma le sue qualità nel pavé, brillando soprattutto nella prima parte della campagna del nord. Il punto più alto lo tocca sicuramente alla E3 Harelbeke, della quale centra il podio, deludendo invece un po’ al Giro delle Fiandre e alla Parigi – Roubaix, complice la sfortuna. Il riscatto però arriva alla Amstel Gold Race dove sfiora la Top10, confermandosi atleta completo. Durante il resto dell’anno è invece spesso costretto a lavorare per i compagni di squadra, riuscendo comunque a centrare alcuni buoni piazzamenti e la vittoria del campionato nazionale belga.

Ramunas Navardasukas (Bahrain – Merida), s.v.: Dopo un buon esordio al Tour de San Juan, il lituano lavora per i propri compagni di squadra nella prima parte di stagione, prima di chiudere con largo anticipo il suo 2017 per una piccola aritmia cardiaca.

Daniel Navarro (Cofidis), 5: Stagione sottotono per lo spagnolo. In particolar modo al Tour de France e alla Vuelta a España, suoi grandi obiettivi stagionali, nei quali riusciva sempre a farsi notare in passato, non riesce a brillare, provando qualche fuga da lontano, senza però mai riuscire veramente a lottare per il successo.

Antonio Nibali (Bahrain – Merida), 6.5: Il più giovane dei fratelli dimostra di non esser fra i professionisti semplicemente perché è il fratello di Vincenzo. Già nel 2016 aveva fatto intravedere buone qualità, ma è in questa seconda parte di stagione che il portacolori della Bahrain – Merida mostra di poter fare la differenza. Alla Vuelta è uno dei gregari di fiducia del fratello e svolge uno splendido lavoro quando deve tirare, così come in generale durante tutto il finale dell’anno.

Vincenzo Nibali (Bahrain – Merida), 7.5: Il siciliano non riesce a far sua la classifica generale al Giro d’Italia e alla Vuelta a España, ma in entrambe le corse lotta fino alla fine, salendo sul podio sia a Milano che Madrid. In entrambe le corse inoltre riesce a centrare un successo di tappa che si vanno ad aggiungere a quello in Croazia, dove centra anche la classifica generale, e quello splendido al Lombardia, che ne conferma anche tutto il valore nelle prove di un giorno.

Mikel Nieve (Sky), 7.5: Il corridore basco anche in questo 2017 svolge alla perfezione il suo lavoro. È infatti uno degli uomini fondamentali di Froome quando la strada sale ed è grazie anche al suo lavoro che il keniano bianco vince sia il Tour che la Vuelta. Nonostante il tanto lavoro, lo spagnolo riesce comunque a concludere entrambi i Grandi Giri nella Top16, a testimonianza delle sue qualità da regolarista. Buone prove offerte anche al Giro di Svizzera, dove ha la possibilità di correre da capitano, e al Lombardia visto che chiude entrambe le corse nella Top10.

Giacomo Nizzolo (Trek – Segafredo), s.v.: Anno da dimenticare per l’ex campione italiano. Dopo il buon 2016, il corridore lombardo voleva alzare l’asticella ed aveva messo nel mirino diversi importanti obiettivi. Un problema al ginocchio lo ha costretto però a guardare tutta la prima parte di stagione da casa, arrivando al Giro con una condizione non ottimale. Proprio per questo, complice anche problemi di allergia, il velocista della Trek – Segafredo non ha lasciato il segno nella Corsa Rosa, chiudendola con largo anticipo. La seconda parte di stagione non è andata molto meglio visto che una sindrome da sovrallenamento lo costringe ad un nuovo stop.

9 Commenti

    1. Ciao Rema, grazie per le tue aggiunte. Ovviamente, non potevamo occuparci di tutti i corridori, quindi abbiamo dovuto fare delle scelte. Alcuni nomi sono stati dunque tolti dalla prima lista proprio nella stesura finale, come nel caso di Jacques Janse van Rensburg.

  1. Cioe’ date 8 ad uno che non ha vinto,nel 2017, una corsa, 9 ad un altro che ha vinto solo il titolo nazionale a crono, piu’ di uno che vince la tappa regina al Giro, fa due podi nei grandi Giri, vince una monumento ed in ottobre e’ sempre arrivato nei 10 in ogni corsa che ha fatto..
    Capisco che su Nibali le aspettative sono altissime…ma i voti a Moscon, Landa Matthews e Martin meritano di stare sotto a quello dato da voi a Nibali.
    Senza polemica, ma stento a capire queste valutazioni…

    1. Ciao Maxy, certo che ti permettiamo di dissentire 🙂 Ovviamente, come hai ben notato anche tu, si tratta di una visione in prospettiva, basandosi sulle aspettative e su quello che riteniamo essere il potenziale attuale dei singoli corridori (il discorso vale per quelli da te nominati, come, in linea generale, per tutti gli altri). Ovviamente, Nibali far questi tre è quello che ha ottenuto, nel complesso, i risultati migliori, non ci son dubbi. Forse avremmo potuto dargli qualcosa in più, ma è chiaro che giudichiamo comunque la sua stagione nel complesso positiva. D’altro canto, è anche quello, per rimanere a coloro che hai nominato, che pur andandoci vicino, non ha raggiunto pienamente i suoi obiettivi, seppur altissimi.

      Diciamo che almeno mezzo punto in più avremmo potuto darglielo, sicuramente, per metterlo più in linea con altri. Che hanno tuttavia ottenuto un voto più alto sostanzialmente per aver raggiunto quest’anno risultati che avevano sì mostrato di poter raggiungere, ma senza mai realmente arrivarci. Il voto di Moscon, infine, è soprattutto per aver dimostrato, alla sua età, una competitività non scontata, soprattutto se si pensa alle sue qualità multidisciplinari, dalla crono alla salita, passando per il pavé e un buon spunto in volata.

  2. Sicuramente Moscon e’ un prospetto da paura.Ma tendenzialmente io metterei i voti soprattutto in base a quello che si vince o si lotta per vincere.
    D.Martin non ha vinto una corsa.Come si fa a dare un voto maggiore di Nibali?
    Pinot da Nibali e’ stato battuto al Giro ed al Lombardia.Perche’ lo stesso voto?
    Pozzovivo idem..
    Cioe’, mi sembra che non ci rendiamo conto che razza di corridore e’ Nibali.
    Che e quasi 33 anni ha fatto una stagione consistente come pochi.Da Aprile in poi.
    Comunque grazie della dettagliata risposta, che rispetto.Anche se mi lascia perplesso.-))

    1. Al contrario, Maxy, proprio considerando che Nibali sia più forte degli altri corridori a cui lo stiamo confrontando in questo contesto, il valore dei risultati è diverso. A differenza di quanto dovrebbe succeder a scuola, in cui i voti vengono dati partendo da un compito comune e da un metro oggettivo, non legato al potenziale, ma partendo dalla stessa base per tutti, le nostre pagelle vengono date chiaramente anche in considerazione di ciò che gli atleti possono esprimere.

      Per Usain Bolt correre i 100 metri in 11″ è un gioco da ragazzi, per un buon 90% della popolazione mondiale qualcosa di irraggiungibile 🙂 Nel caso specifico, come risultati Nibali ha chiaramente fatto meglio di Pinot, battendolo anche nei grandi appuntamenti comuni, ma dall’uno e dall’altro ci si aspettava risultati diversi. Per il francese, essere stato in grado di giocarsela con Nibali è un risultato importante, specie dopo alcune stagioni difficili. Per il siciliano, invece, questi stessi risultati meritano ovviamente un buon voto, ma comunque con la consapevolezza che il suo valore è più alto di quello ottenuto (almeno secondo la nostra opinione, che è chiaramente sindacabile 🙂 )

  3. E’ che forse io, considerandolo comunque all’inzio della sua parabola discendente, forse sbagliando, mi sorprendo della sua stagione 2017.Ha perso un Giro per una 40ina di secondi,arrivando ad una manciata di secondi da Quintana, ha perso una Vuelta contro Sky-Froome ed ha vinto un Lombardia..in sintesi i miei voti sarebbero questi
    Nibali 8
    Pinot 7
    D.Martin 7
    Landa 7,5
    Moscon 7,5
    Porte 7

  4. Ritengo che il voto giusto per Kiryienka sia 7. Sicuramente da un ex campione del mondo a cronometro ci si aspetterebbe qualche successo nelle varie prove contro il tempo affrontate in stagione che sono state undici compreso il prologo del Tour of Romandie ed invece non se ne conta nemmeno uno. Tuttavia penso che , a 36 anni, Kiryienka debba essere quasi interamente giudicato per il lavoro di gregariato che anche in questa stagione è stato encomiabile,infaticabile e produttivo specie al Tour dove assieme agli altri suoi compagni, a parte la non ottima resa di Sergio Henao, ha “scortato” Froome fino a Parigi,dettando imperturbabile come una sfinge il suo passo regolare nei tratti di salita e pianura di sua competenza come prestabilito dai direttori sportivi della Sky . Competere a quell’età a livelli assoluti in una specialità esigente e caratteristica come la crono contro avversari più giovani (T.Dumoulin,T.Martin ,Roglic)è impresa ardua.Comunque, se analizziamo attentamente i risultati del 2017 a crono,come detto,non troviamo vittorie ma abbiamo piazzamenti dignitosi come,riferendoci alle competizioni più importanti,il quinto ed il quarto posto rispettivamente nelle due crono del Giro,il terzo posto nella prima frazione del Tour a sette secondi dal vincente Thomas ed il quinto posto ai Mondiali di Bergen dove il quarto lo ha preceduto per centesimi ed il terzo(un certo Froome) per sette secondi ricordando tuttavia che le pendenze degli ultimi 3.4 km erano adatte a scalattori quali T.Dumoulin(arrivato primo),Froome e Roglic(secondo). Senza dimenticare il terzo posto nella quinta tappa del Tour of Britain precedendo gente forte come Kung,Van Emden e T.Martin. Considerando le due prove contro il tempo al Tour( terzo nella prima e diciottesimo nella seconda) c’è da dire che quel diciottesimo posto è ingiudicabile in quanto conseguito sì da un cronoman ma reduce da tre settimane di duro gregariato a differenza ad esempio del vincitore Bodnar sgravato da compiti di assistenza ai capitani per la squalifica repentina di P.Sagan ed il ritiro prematuro di Majka. Di contro il terzo posto nella prima prova contro il tempo è dovuto chiaramente al fatto che le energie erano intatte essendo quella la prima frazione del Tour. C’è da sottolineare un altro dato che ritengo interessante. Da ciclista dedito a carburare,col suo rapportone,alla distanza,Kiryienka è più adatto alle crono lunghe. Quest’anno,invece,quella dei Mondiali misurava 31 km, le due del Tour rispettivamente 14 e 22.5 ,l’ultima del giro 29,3. Non a caso l’annata passata arriva secondo ai Mondiali a Doha,due anni fa vince a Valdobbiadene al Giro(59,4 km),agli Europei a Baku(51,6),sopratutto ai Mondiali di Richmond(53,5) ed a Les Herbiers alla Chrono de Nations(51,5),tre annate orsono arriva quarto a Firenze dietro fuoriclasse autentici del tic-tac ossia T.Martin,Wiggins e Cancellara. Il bielorusso risulta quindi in questa stagione penalizzato dalla tendenza diffusa degli organizzatori dei grandi Giri a non mettere più crono dal lungo chilometraggio per evitare che si possa fare più differenza a crono che in montagna. L’ottimo lavoro da gregario,come già sottolineato, è comunque fuori discussione ed,andando a concludere,la sua stagione è da ritenersi positiva.

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