Giro delle Fiandre 2017, le pagelle: Gilbert sontuoso, Trentin prezioso, Sagan disastroso

Philippe Gilbert (Quick-Step Floors), 10: Meriterebbe anche la lode, perché oggi realizza un vero e proprio capolavoro. Inaugura l’azione buona sul Kapelmuur per poi andarsene tutto solo sull’Oude Kwaremont a 54 chilometri dall’arrivo. Soffre, fatica e getta il cuore oltre l’ostacolo, ma alla fine mette la firma sulla classica azione di altri tempi che gli permettere di aggiungere un’altra Classica Monumento al suo palmares stellare. Lo davano per finito, ma ha dimostrato che la classe non si deteriora con il passare degli anni e una volta ritrovato il giusto spirito ha dimostrato di potersi togliere altre grandi soddisfazioni. Vittoria cercata, meritata per uno dei grandi del ciclismo moderno.

Matteo Trentin (Quick-Step Floors), 9: Nel grande giorno di Philippe Gilbert, non possiamo mettere in secondo piano quel che ha fatto questo corridore. Supportato da una condizione straordinaria, è tra i promotori dell’azione sul Kapelmuur e successivamente è perfetto nel ruolo di stopper correndo da ombra di Peter Sagan e Greg Van Avermaet. Nel finale la fatica si fa sentire, ma ciò non gli impedisce di dare una piccola mano a Terpstra rientrato nel finale e lanciarlo verso il podio. Avrebbe meritato un piazzamento nella top 10, ma gli sforzi hanno condizionato la sua volata finale. Resta una gran giornata per un ragazzo destinato, prima o poi, a togliersi belle soddisfazioni al nord.

Greg Van Avermaet (BMC), 8.5: Non ha vinto, ma merita gli applausi del pubblico fiammingo. Commette un grave errore di posizionamento sul Kapelmuur, trovandosi addirittura in un terzo gruppetto di corridori attardati, ma dimostra di avere le gambe per poter rimediare. Quando Sagan scatta, riesce a seguirlo con relativa facilità e, verosimilmente, sull’ultimo Paterberg avrebbe potuto fare la differenza. Un errore dello slovacco lo costringe a mettere il piede a terra e, forse, furioso con il destino, impiega qualche secondo di troppo a ripartire. Una volta in bici, prova a dar fondo a tutte le sue energie lottando come un leone fino all’ultimo. Porta a casa un secondo posto amaro, ma ha comunque ribadito il suo valore.

Dylan Van Baarle (Cannondale – Drapac), 8.5: Prosegue la crescita di questo ragazzo che corre un Giro delle Fiandre da protagonista assoluto. Attento nel seguire le mosse dei migliori, coglie un quarto posto alle spalle di corridori dello spessore di Gilbert e Van Avermaet, dimostrando di avere un futuro roseo dinanzi a sé. Passato con l’effige di talento per le corse in Belgio, a 24 anni sta iniziando a raccogliere risultati importanti. Non ha raggiunto la maturità completa e questo non può che essere un buon auspicio.

Sacha Modolo (UAE Fly Emirates), 8: Giro delle Fiandre straordinario per il corridore veneto, che riscopre un ottimo feeling con le strade del Belgio. Pimpante sul Kapelmuur, riesce sempre a resistere sulle ruote dei migliori e alla fine porta un risultato di assoluto prestigio, classificandosi migliore degli italiani. Torna a scrivere il suo nome nella top 10 di una classica monumento, dimostrando che quando in giornata può tenere testa a chiunque. L’auspicio che queste prestazioni possano dargli un’importante iniezione di fiducia in vista dei prossimi appuntamenti.

Niki Terpstra (Quick-Step Floors), 8: Non si vede tutto il giorno, poi appare improvvisamente nel gruppo inseguitori in cima al Vecchio Kwaremont. Bloccato da strategie di squadra, dimostra comunque di avere una condizione invidiabile che gli permette di portare a casa un bel terzo posto. Risultato che potrebbe stargli stretto, ma con il compagno Gilbert lì davanti non poteva far diversamente.

Fabio Felline (Trek – Segafredo), 7.5: Si conferma a proprio agio sulle strade del Belgio, con una bella prestazione. È il primo degli inseguitori a riportarsi sul gruppo di Boonen sul Paterberg e non ha paura a lanciarsi all’attacco quando necessario. Prende tanto vento in compagnia di Van Baarle e a lungo culla l’idea di poter ottenere un piazzamento. Viene raggiunto all’ultimo, ma questo non gli impedisce di mettersi a disposizione di John Degenkolb e guidarlo verso un piazzamento nella volata dei battuti. Generoso.

Tom Boonen (Quick-Step Floors), 7: Semplicemente fantastico sul Kapelmuur, quando lancia l’azione che si rivelerà decisiva per Philippe Gilbert, non ha la possibilità di giocarsi un piazzamento a causa di un problema meccanico ai piedi del Taaienberg. Rammarico che potrebbe trasformarsi in cattiveria agonistica per domenica prossima, nella sua ultima Parigi – Roubaix. La gamba c’è ed è fuori discusssione… gli avversari dovranno preoccuparsi.

Sylvain Chavanel (Direct Energie), 7: Gli anni passano, ma quando le Fiandre chiamano lui è sempre pronto a rispondere. Si infila nel tentativo sul Kapelmuur assieme a Bryan Coquard (voto 6) per poi pedalare sempre a ridosso dei migliori. Chiude in nona posizione, risultato comunque importante su un palcoscenico come questo.

Sonny Colbrelli (Bahrain – Merida), 7: Nota di merito per il bresciano che parte acciaccato, con i postumi della caduta di venerdì, ma si difende con coraggio. Il pavé sa essere davvero aspro per chi non è in condizioni fisiche perfette. Nonostante questo riesce a tenere botta e portare a casa un decimo posto alla sua prima esperienza al Giro delle Fiandre. Un punto di partenza, con l’auspicio di continuare a crescere nei prossimi anni.

Filippo Pozzato (Wilier – Selle Italia), 7: Quando il Fiandre chiama, il vicentino risponde presente. Partito in sordina, dimostra ancora una volta di essere in grado di competere con i migliori su alcuni terreni. Manca l’aggancio con la prima fuga, ma nel finale è tra i più pimpanti e si merita un piazzamento nella top 10 che gli mancava da cinque anni.

Julien Duval (AG2R-La Mondiale), Oliviero Troia (UAE Team Emirates), Marc McNally (Wanty-Groupe Gobert), Stef Van Zummeren, Michael Goolaerts (Verandas Willems-Crelan), Julien Morice (Direct Energie), Edward Planckaert (Sport Vlaanderen-Baloise) e Andre Looij (Roompot-Nederlandse Loterij), 7: Meritano una citazione i fuggitivi della prima ora che per quasi 200 chilometri restano in avanscoperta, godendosi il calore del pubblico belga. Andare in fuga non è mai scontato ed è tutt’altro che semplice. Un plauso per il coraggio e per aver animato la corsa fin dalle prime battute. 

Alexander Kristoff (Katusha – Alpecin), 6.5: Come alla Milano – Sanremo, è il migliore dei battuti. Segno che il norvegese è supportato da una buona condizione, sempre lì pronto a lottare. Tuttavia  rispetto a qualche anno fa, non sembra avere quel qualcosa in più per competere fino in fondo per la vittoria. È un combattente e difficilmente molla la presa e questo gli permette di raccogliere risultati comunque prestigiosi.

Gianni Moscon (Team Sky), 6.5: Conferma di avere un grande futuro sulle strade del Belgio. È lui a salvare la baracca in casa Sky dopo la sfortuna di Luke Rowe (senza voto) ed un’altra prova opaca di Ian Stannard (voto 4). Cerca di resistere sulle ruote dei migliori dopo esser stato in avanscoperta con l’attacco sul Kapelmuur e alla fine conclude con i primi. In volata non riesce ad esprimersi al meglio, ma il quindicesimo posto conferma che ha le carte in regola per essere protagonista in queste terre.

Yohann Offredo (Wanty – Groupe Gobert), 6.5: Fa piacere rivedere il transalpino protagonista sulle strade del Belgio. Corridore legatissimo a queste corse, negli ultimi anni aveva perso smalto ma la prestazione odierna lo rilancia. Peccato non sia arrivato il piazzamento nella top 10, ma in alcuni frangenti ha dimostrato di poter tenere testa a corridori come Sagan e Van Avermaet.

John Degenkolb (Trek – Segafredo), 6: La squadra si muove bene, lui resta al coperto fino all’ultimo, ma non ha la gamba per tenere gli affondi di Sagan e Van Avermaet. Decide di correre in maniera conservativa e alla fine conclude in settima posizione. Ancora un piazzamento, l’ennesimo di questo inizio di stagione, ma sembra mancargli ancora qualcosina rispetto al Degenkolb visto prima dell’incidente.

Oliver Naesen (Ag2r La Mondiale), 6: La sua tattica è chiara, fa corsa su Sagan. Segue come un ombra lo slovacco e questo vuol dire molto poiché è segno di una gran condizione, ma alla fine gli costa caro trovandosi coinvolto nella caduta sul Vecchio Kwaremont. Tagliato fuori dai giochi per un piazzamento, torna a casa con tanto rammarico, ma con la consapevolezza di poter essere protagonista su queste strade.

Luke Durbridge (ORICA – Scott), 5.5: Supportato da una gran condizione, non riesce a gestire al meglio la corsa, trovandosi spesso al posto sbagliato nel momento sbagliato. Sempre all’inseguimento, alla fine manca per poco la top 10. Si poteva fare qualcosa in più.

Arnaud Démare (FDJ), 5: Tra i potenziali outsider per la giornata odierna, non ottiene un risultato di livello. Molto attento nelle prime fasi, nelle quali riesce ad infilarsi nell’azione buona sul Kapelmuur, nel finale va letteralmente alla deriva pagando dazio rispetto agli avversari. Giornata complessivamente negativa per lui.

Edvald Boasson Hagen (Dimension Data), 4.5: Corridore misterioso, oggi delude le attese. Dopo la Gand – Wevelgem sembrava in ripresa, ma alla fine quest’oggi è stato sostanzialmente anonimo, lasciando la ribalta a Scott Thwaites (voto 6). Fino ad ora la campagna del nord è stata disastrosa. La Parigi – Roubaix rappresenta l’ultima chiamata per risollevare il bilancio.

Peter Sagan (BORA – Hansgrohe), 4: Inutile girarci attorno, oggi ha sbagliato. Commette un grave sbaglio posizionandosi male sul Kapelmuur, per poi replicare con una sbandata in cima al Vecchio Kwaremont che, di fatto, gli costa la possibilità di giocarsi un risultato. Errori tecnici e mentali che gli impediscono di sfruttare pienamente la sua strepitosa condizione. La gamba c’era e lo ha dimostrato con un paio di accelerazioni che hanno fatto esplodere il gruppo, ma ha gestito male la corsa. Può capitare, anche lui è un essere umano.

Lotto Soudal, 3: Disastro su tutta la linea per la formazione di Marc Sergeant. Malgrado la presenza di numerosi corridori avvezzi a queste strade, sono completamente mancati nelle fasi cruciali della corsa. André Greipel e Tony Gallopin hanno provato a mettere una pezza, ma sono mancati i corridori fiamminghi. 

Sep Vanmarcke (Cannondale – Drapac), sv: Sfortuna, destino, chiamiamolo come vogliamo, ma questo ragazzo ha davvero tanto da recriminare. Giunto alla stagione delle classiche con svariati problemi, oggi aveva dato l’impressione di essere in giornata e di avere la possibilità di giocarsi un risultato. Una rovinosa caduta lo taglia fuori da tutto, costringendolo al ritiro.

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