Giro d’Italia 2018, Vegni conferma la ripartenza dalla Sicilia e l’esistenza di un Piano B

Non pensa di doverlo usare, ma Mauro Vegni ha pronto un piano di riserva per la Grande Partenza del Giro d’Italia 2018. Le prime tre tappe in Israele sono ormai un dato di fatto e solo eventi eccezionali potrebbero cambiare il percorso immaginato da RCS Sport. Considerata comunque la particolarità della nazione da cui si è deciso di partire, il patron della Corsa Rosa ha già pensato ad un eventuale soluzione in caso lo scenario peggiore dovesse davvero avverarsi. “Una soluzione da prendere in considerazione come ultimissima possibilità“, precisa alla Gazzetta dello Sport, ma che giustamente è doveroso aver tenuto in considerazione.

Ho già un piano B, tutto italiano – dettaglia il dirigente laziale – Ho la possibilità di inserire nel tracciato del Giro, diciamo tra il sud e il centro, risalendo l’Italia, un pacchetto di tre tappe per sostituire eventualmente le tre di Israele”. Nessun dettaglio ovviamente in più, ma nel dare questa informazione Vegni conferma l’altro segreto di Pulcinella, ovvero che la ripartenza avverrà dalla Sicilia, che nuovamente dunque si candida protagonista del Giro dopo lo spettacolo offerto lo scorso mese di maggio.

Il programma originale prevede l’arrivo della carovana da Eilat alla Sicilia, e quindi il nuovo via verrebbe dato qui”, insiste Vegni, che offre dunque un altro ruolo maggiore alla più grande isola del Belpaese, oltre che al Sud, che dovrebbe dunque nuovamente essere attraversato in maniera importante. Meglio non pensare tuttavia ad una Grande Partenza dalla Sicilia, perché si tratta di “soluzioni davvero estreme“, che peraltro è meglio non augurarsi neanche visto che per avverarsi rischia di essere conseguenza di problemi geopolitico-sociali catastrofiche.

Intanto, smentita una delle ipotesi che circolavano in questi giorni in seguito all’ufficializzazione della Grande Partenza, ovvero il possibile boicottaggio da parte delle squadre di matrice araba, come ad esempio UAE Team Emirates e Bahrain – Merida, oltretutto squadre di forte impronte italiana, con campioni come Diego Ulissi e Vincenzo Nibali tra le proprie fila, solo per citare gli azzurri.  “Già da marzo avevo informato il CCP (il Consiglio del professionismo dell’UCI, ndr) che  si sarebbe potuti partire da Gerusalemme – spiega Vegni al quotidiano rosa – Ci siamo risentiti il 7 settembre. Nessuno ha avuto da ridire, e da parte sua Israele è una nazione molto aperta. “Siamo aperti a tutti”, hanno sempre detto”.

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