Giro d’Italia 2017, Greipel domina la volata e conquista la rosa! Ferrari sfiora l’impresa

Andrè Greipel non lascia scampo nella seconda tappa del Giro d’Italia 2017. Con una volata di potenza il campione nazionale tedesco domina gli avversari, ai quali non resta che lottare per il secondo posto, andando anche a conquistare la sua prima maglia rosa. Alle spalle del capitano della Lotto Soudal si piazzano due ottimi gregari come Roberto Ferrari (UAE Team Emirates) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), che hanno provato a rimontare invano il Gorilla. Oltre al corridore bresciano, tra gli italiani si piazzano nei dieci anche Kristian Sbaragli (Dimension Data), Enrico Battaglin (LottoNL-Jumbo) e Valerio Conti (UAE Team Emirates), rispettivamente quinto, sesto e decimo.

Si abbassa la bandierina e partono Lukasz Owsian (CCC Sprandi Polkowice) e Ilya Koshevoy (Wilier – Selle Italia). Il più lesto a lanciarsi al loro inseguimento è Simone Andreetta (Bardiani – CSF), raggiunto poco dopo da Evgeny Shalunov (Gazprom – Rusvelo) e Daniel Teklehaimanot (Dimension Data). Dopo un breve inseguimento, il nuovo terzetto si riporta sui due primi attaccanti. Il quintetto trova subito il via libera del gruppo, che non sembra intenzionato ad inseguire.

La Bora – hansgrohe lascia fare, con Cesare Benedetti a dettare un ritmo piuttosto blando. Il vantaggio dei fuggitivi sale dunque sino a raggiungere un massimo di 6’30”, ma sin da metà tappa si comincia a cambiare andatura. Sempre tirato dai compagni della maglia rosa, il gruppo recupera in maniera graduale, presentandosi con circa un minuto ai piedi dell’ultima, lunga, salita di giornata. Tra i fuggitivi si prova quantomeno ad arrivare al GPM. Koshevoy è il primo a provarci, ma la sua azione non si rivela particolarmente efficace. Ci prova successivamente anche Teklehaymanot, con Andreetta ogni volta il più lesto a rispondere. Anche al successivo attacco di Shalunov il primo a rispondere è l’italiano, con Owsian che perde contatto, venendo ripreso dal gruppo, che nel frattempo ha perso Sam Bennett (Bora-hansgrohe), febbricitante dalla notte.

In vista del GPM Shalunov accelera ancora, staccando prima Andreetta, poi Koshevoy, per poi doversi a sua volta arrendere a Teklehaymanot, che riesce a scollinare per primo, assicurandosi così la maglia azzurra. Alle sue spalle il compagno Omar Fraile e Pierre Rolland (Cannondale – Drapac). Nella discesa prova ad allungare Nathan Haas (Dimension Data), alla cui ruota si porta subito Davide Martinelli (Quick-Step Floors), che tuttavia non tira neanche un metro. Senza intesa non si prosegue, soprattutto quando dietro si mette a tirare a tutta una squadra con tanti buoni discesisti come la Bahrain – Merida.

La formazione di Vincenzo Nibali prova a saggiare i riflessi dei rivali, facendo a tutta la discesa. Il gruppo è allungatissimo, ma non si spezza, se non con qualche velocista come Giacomo Nizzolo (Trek-Segafredo) e Matteo Pelucchi (Bora-hansgrohe) che perde contatto nei tratti in contropendenza. Finita la discesa senza conseguenze maggiori, la compagine emiratina si sposta e subito si porta davanti la Orica – Scott, dando il via alla girandola dei treni dei velocisti.

Tutti provano a portarsi davanti, alternandosi in testa sino all’ultimo chilometro, dove è la Lotto Soudal a presentarsi in testa. Lukas Pöstlberger prova a difendere la sua maglia rosa con uno scatto simile a quello di ieri nell’ultimo chilometro, ma stavolta è troppo telefonato e viene rapidamente respinto. A quel punto Luka Mezgec prova nuovamente a lanciare Caleb Ewan. La posizione sembra perfetta per il talentino australiano, eppure qualcosa a storto. Nel momento in cui Fernando Gaviria (Quick-Step Floors) prova ad anticipare, i due si toccano e The Pocket-Rocket perde il pedale, dovendo sostanzialmente fermarsi.

Tutto ciò a profitto di André Greipel (Lotto Soudal), partito a sua volta al centro della strada. La sua progressione è micidiale e non ce n’è per nessuno. Gaviria non ne ha più e viene rimontato anche da Roberto Ferrari (UAE Team Emirates) e Jasper Stuyven (Trek-Segafredo), che tuttavia nulla possono contro lo strapotere del Gorilla, che batti i pugni sul petto ancora una volta. Quello stesso petto dove finalmente potrà mettere la maglia rosa, la prima della sua carriera.

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