I Volti Nuovi del Gruppo, Edward Ravasi: “In futuro mi piacerebbe essere in lotta per vincere un Giro d’Italia”

Prosegue il nostro viaggio alla scoperta dei neoprofessionisti italiani con la rubrica I Volti Nuovi del Gruppo. Questa sera diamo spazio ad Edward Ravasi, giovane corridore del UAE Team Emirates che però era già da tempo nell’orbita di questa franchigia, avendo corso come stagista nella Lampre-Merida sia nel 2015 che nel 2016. Classe 1994, Ravasi è originario di Besnate, in provincia di Varese, ed ha fatto il proprio esordio ufficiale tra i professionisti al GP Costa degli Etruschi 2017.

Come ti sei avvicinato al mondo del ciclismo?
Quasi in maniera casuale. È stato merito dei miei genitori che mi hanno regalato una bicicletta della società del mio paese quando ero piccolo. Da lì è iniziato un po’ tutto.

Per chi non ti conosce che tipo di corridore sei?
In questi ultimi anni mi sto scoprendo come corridore da corsa a tappe. Vado bene in salita e sto cercando anche di difendermi a cronometro. L’obiettivo è quello di migliorare in queste qualità e magari un giorno poter competere con determinati corridori nei Grandi Giri.

Che bilancio tracci del tuo ultimo anno fra gli Under23?
Sono soddisfatto dell’ultima annata. Sono andato regolare tutto l’anno con un picco dal punto di vista della condizione al Tour de l’Avenir, dove avevo prefissato di andar forte. Potevo ottenere magari qualche risultato in più, ma per via del mio spunto veloce e di alcune situazioni in corsa non è poi arrivato il risultato pieno.

A riguardo c’è qualche corsa nella quale hai qualche rimpianto?
Il mio rimpianto per il 2016 è sicuramente il Giro della Valle d’Aosta dove ho avuto una giornata no che mi ha penalizzato in ottica classifica generale. È un peccato perché credo che senza quella giornata potevo giocarmi la vittoria finale. Anche ad inizio stagione ho qualche rimpianto in corse come il Palio del Recioto o in altre corse che potevano andare diversamente.

Può essere un vantaggio nel passaggio fra i professionisti il fatto che hai corso come stagista sia nel 2015 che nel 2016?
Sicuramente perché puoi capire fin da subito dove puoi migliorare e quali sono i tuoi limiti su cui devi crescere per arrivare poi già pronto fra i professionisti. È un modo completamente diverso di correre rispetto ai dilettanti soprattutto per il concetto di squadra. Fra i dilettanti magari non ci sono delle organizzazioni per tirare o fare la corsa come avviene fra i professionisti.

Ti sei posto qualche obiettivo personale per questa stagione?
Mi piacerebbe riuscire a ripagare la fiducia della squadra. Vorrei riuscire a lavorare e creare quella fiducia che posso dare per le mie qualità. Poi se ci sarà la possibilità in alcune corse vorrei magari provare a mettere la mia ruota davanti a tutti.

C’è una corsa che sogni di vincere un giorno?
Per ora devo scoprire un po’ le corse fra i professionisti e capire quelle che si adattano alle mie caratteristiche. Mi affascinano le corse a tappe quindi per ora il sogno è vincere una tappa in un Grande Giro. Poi in futuro mi piacerebbe essere in lotta per vincere un Giro d’Italia.

C’è un corridore al quale ti ispiri?
Non ho mai avuto un idolo vero e proprio anche se sicuramente mi ispiro a diversi corridori. Ivan Basso, che abita fra le altre cose vicino a casa mia, è un corridore dal quale si può imparare tanto. Oltre a lui anche campioni con i quali sono cresciuto vedendoli in tv come Froome o Contador.

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