Italia, Cassani ottimista: “Il ciclismo italiano è messo abbastanza bene”, ma “bisogna fare qualcosa di più”

Davide Cassani ottimista sullo stato di salute del ciclismo italiano e dei suoi uomini. Raggiunto da Bresciaoggi, il cittì azzurro viene interpellato innanzitutto sul corridore locale più in vista, Sonny Colbrelli: “È uno di quelli che è cresciuto di più. Ha qualità impressionanti e una grande forza di volontà. Però al Mondiale…” esordisce, ammettendo che si aspettava qualcosa di più da lui: “Sì, lo confesso. A Bergen avrebbe potuto fare cose migliori, anche un risultato di rilievo, ma non era in grande giornata“. Secondo il CT, l’appuntamento con una medaglia iridata è solo rimandato: “Sì, ma non l’anno prossimo – aggiunge – Per le sue caratteristiche è troppo duro. Il percorso di Innsbruck è adatto agli scalatori puri. Ma ho grande fiducia in Colbrelli. È uno dei migliori ragazzi del nostro movimento. Mi aspetto da lui grandi risultati, soprattutto nella prima parte della prossima stagione”.

Tra i giovani bresciani, uno dei più in vista è senza dubbio Jakub Mareczko: “È molto veloce, nonostante la giovane età ha fatto 2 secondi posti al Giro d’Italia. Deve crescere ancora un po’”, sostiene Cassani, che osserva come “patisce ancora troppo la salita, anche quelle facili. Un aspetto su cui deve lavorare e se migliora sotto questo aspetto, può vincere ancora di più. Ma sta maturando”. Il nostro commissario tecnico è inoltre convinto che l’italo-polacco “in 2-3 anni possa vincere corse importanti, come le tappe al Giro d’Italia”.

Il discorso si allarga poi alla salute di tutto il ciclismo italiano: “Quest’anno abbiamo ottenuto buoni risultati, soprattutto nella seconda parte della stagione. Trentin ha vinto quattro tappe alla Vuelta e ha conquistato la Parigi-Tours ed è arrivato quarto ai Mondiali in Norvegia; Viviani ha vinto a Plouay la Bretagne Classic e ad Ambrugo, ha perso l’Europeo per un centimetro, battuto da Cristof; Diego Ulissi è stato primo a Montreal. E soprattutto ci sono giovani come Moscon che stanno crescendo: un ragazzo di 23 anni che è arrivato terzo al Lombardia e quinto alla Roubaix. E le conferme di Nibali e Aru”.

In conclusione, “il ciclismo italiano è messo abbastanza bene“, ma è necessario “tornare a vincere le grandi classiche” e “un campionato del mondo” e che la federazione torni a “investire sul settore giovanile. Tra gli Juniores abbiamo vinto delle medaglie ed erano anni che non accadeva”. Tra questi, figura anche il giovanissimo Michele Gazzoli, Campione europeo sia su strada che su pista: “Lo stiamo tenendo d’occhio, ma tutto il movimento ciclistico italiano promette bene. In campo femminile Dino Salvoldi sta facendo un lavoro straordinario, così come Marco Villa in pista. Bisogna assolutamente guardare avanti, e fare qualcosa di più. Ma la seconda parte del 2017 è stata positiva”.

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