Broeckx e l’incontro con chi gli ha salvato la vita

Il ciclismo per certi versi è uno sport unico. Una disciplina nella quale passi tante ore a pedalare in gruppo insieme a persone che forse non conosci, ma con le quali scambi magari una battuta o qualche parola durante la tappa. L’incontro fra Stig BroeckxLoïc Chetout purtroppo non è avvenuto con queste modalità, ma nonostante ciò racconta alla perfezione il ciclismo ed il concetto di sportività ed altruismo spesso andato perso in altri sport. I due si sono conosciuti lo scorso 28 maggio, quando il corridore belga è stato vittima di una terribile caduta. La storia di Broeckx da quel giorno è ormai nota a molti, con il corridore a lottare fra la vita e la morte per diversi mesi, venendo dichiarato in stato vegetativo, prima di alcuni miglioramenti che stanno continuando ancora al giorno d’oggi. Quello che in pochi sanno, o ricordano, è invece il ruolo fondamentale che ha avuto Chetout nell’aiutare i medici a mantenere il corridore in vita. Quando si rese conto delle gravi condizioni in cui si trovava steso per terra il suo collega, il francese decise infatti di fermarsi per cercare in tutti i modi di salvargli la vita. Ed è proprio in quel momento che è avvenuto l’incontro fra i due, con Chetout che ha tenuto per circa un’ora la testa di Broeckx fra le sue braccia mentre i medici provavano a stabilizzarne le condizioni, salvandogli la vita.

A distanza di dieci mesi da quel piccolo ma fondamentale gesto, i due hanno avuto modo di incontrarsi nuovamente. Il tutto è avvenuto nei giorni scorsi nel centro di riabilitazione dove è ricoverato l’ex corridore della Lotto Soudal. A riportarlo è Het Nieuwsbladche sottolinea come Broeckx appena abbia visto il suo collega non abbia smesso di dire “sono molto felice, davvero molto felice!”. Lo stesso corridore francese non ha nascosto la sua gioia per questo incontro, sottolineando la forza di Broeckx in questi mesi: “È stato straordinario. Non ci conoscevamo, ma siamo uniti da una vicenda drammatica. È valsa totalmente la pena venire qua. Lo sapevo fin dal primo momento che ho superato la porta della sua camera. Lui mi stava aspettando ed ho potuto vedere come il suo sguardo mi cercava quando ancora non avevo aperto del tutto la porta. Quando ci siamo visti si è emozionato molto, era veramente felice. Ci sono state delle lacrime ed un turbinio di emozioni”.

Lo stesso portacolori della Cofidis ha poi ripercorso l’incidente di quel giorno e le sensazioni provate: “Io non ero caduto e il mio obiettivo era quello di ripartire in bici e continuare la corsa sul momento. In quel momento però ho visto Broeckx per terra con la sua bicicletta sopra di lui. Allora gli ho tolto la bici ed ho immobilizzato la testa così come avevo imparato in un corso di primo soccorso a scuola. Sono rimasto lì tutto il tempo mentre i medici facevano il loro lavoro. Per me tutta la vicenda era durata al massimo dieci minuti e scopro solo ora che siamo stati lì un’ora. In seguito i medici mi hanno detto che gli ho salvato la vita, anche se in quel momento non avevo quella sensazione. Ho pensato semplicemente che quel ragazzo aveva bisogno di aiuto ed io ero lì. Mi sono scordato della corsa. Ricordo che il mio direttore sportivo si è avvicinato a me e mi ha detto di proseguire la corsa che i medici stavano facendo il loro lavoro. Quella però non era un’opzione valida per me”.

2 Commenti

  1. Grandissimo Chetout,meglio provare per quel che é possibile salvare la vita di un altro corridore che continuare a correre come se nulla fosse successo.Tantissimi complimenti a Chetout e anche a Stig che continua a combattere ogni giorno e piano piano migliora.Ripensando a quel che dicevano le notizie la scorsa estate diventano ora come fantasie,fino a dove riuscirá ad arrivare non si puó sapere ma ha giá fatto tanto

    #FightforStig

  2. Mi sono commosso leggendo questo articolo, penso che quel ragazzo Francese abbia vinto “la corsa più bella”.Sei veramente una persona fantastica.Bravissimo Chetout

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